Crimson Chrysalis” Crimson Passion Cry”, recensione

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Un calice colmo di sangue, in cui si crogiola una misteriosa e novella Contessa Bathory. Uno sguardo nascosto tra le nebbie oscure e misteriose di una cover art per certi versi ingenua e fuori tempo, che nonostante le buone intuizioni, non riesce a cucire alla perfezione le tele di un dipinto che migliora nell’estetica nascosta, all’interno di un ben definito booklet.

Si chiamano Crimson Chrysalis ed arrivano da Pretoria portando in grembo la vocalità della brava René Van den Bergh, accento armonioso dagli intrecci strumentali, pronti a ridefinire al meglio una mescolanza di metal melodico, striature pop e spezie di stampo gothic-fantasy.

L’album si accartoccia attorno a 14 tracce, che (ahimè) sembrano perdere mordente sulla lunga gittata, mostrando però, un interessante fulcro nodale in grado di fondere atteggiamenti sinfonici a curato songwriting.

Ad aprire I cancelli della sinfonia è Angel & Demons, traccia che definisce interessanti voli pindarici al di sopra di un easy listening di stampo filmico. Un radiofonico incrocio tra voci che, per certi versi, sembrano ricadere nelle strutture proto-musical del Meat Loaf di Paradise by the dashboard light. Ma il meglio deve ancora arrivare, infatti, superando l’anima orchestrale di Deo Volente e le sensazioni northfolk di Moth around a Flame, si arriva alla strutturazione di Blood Diamonds. Proprio l’incipit, che rimanda alla tradizione sudafricana, apre verso un AOR diretto, minimale ed osservativo, che matura in un chorus dal semplice impatto sonoro, pensato per agire sul lato emozionale della propria platea.

Se poi con Letters from the edge si confermano pregi e difetti della band, è con Fuck off and die che l’ascoltatore rimane sorpreso, proprio a causa di una inattesa strutturazione dominata dalla quattro corde, in cui la vocalità lennoxiana di Renè apre a reminiscenze anni’80. A completare il disco sono, infine, le docili note di Dragon Roar, perfetta nel suo genere, e Virgin Death, i cui tratti filmici confermano l’itinerario intrapreso dai Crimson Chrysalis.

Insomma, un disco che, grazie a teatralità e emozionalità espressiva, riesce ad affacciarsi oltre il davanzale dell’usuale, pur partendo dall’usuale. Un’opera che deve i suoi antri narrativi ad intarsi fantasy, stilemi Lana Lane, Nightwish ed edulcorazioni musicali, che avrebbero miglior riuscita attraverso un inasprimento della propria concettualità.

Tracklist:
01. Angels & Demons
02. Deo Volente
03. Moth Around A Flame
04. Blood Diamond
05. Epilogue
06. F-Off And Die
07. Letters From The Edge
08. Crimson Passion Cry
09. Virgin Death
10. Fatal Lie
11. Dragon’s Roar
12. Soliloque
13. Moth Around A Flame (Unplugged)
14. Lost (Bonus)