D.Brusaschetto “Radio Stridentia”, recensione

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Che io sia diventato nel tempo un fan di Daniele Brusaschetto è chiaro.
Un processo naturale, che ha convogliato i miei personali orizzonti estremi della musica con l’eclettico approccio cantautorale ed un criptico approccio sperimentale. Il fatto di esserne ammiratore, però, rende più difficile il mio lavoro.

Raccontare è sempre inevitabilmente inquinato dalle nostre percezioni, ma quando si fa outing come in questo caso, il narrare può diventare più difficoltoso, così come il trasportare chi legge verso la leggerezza e l’obiettività…proviamoci ugualmente.

Daniele Brusaschetto, per chi vive l’underground, rappresenta un riferimento ideale per la cosiddetta musica non convenzionale; una musica non facile, ma in grado di vivere mondi paralleli straniti, da osservare con attentivo coraggio e menti libere, quanto il volo (forse pindarico) espresso dall’ottimo packaging di questo nuovissimo Radio Stridentia. Un’ascesa emozionale narrata da 8 tracce visionarie ed osservative, poste su due lati ideali di un cd che dovrebbe vivere solo sul vinile, perché in fondo il vinile nobilita la musica.

L’undicesima fatica discografica dell’eclettico musicista sabaudo si offre tra i suoi gradienti ingrigiti appoggiato a interessanti collaborazioni e strutture sonore prive di compromessi, semplicemente figli di un romanzo espressivo che racchiude in sé stridii narrativi e coraggio sonoro.

Un intruglio di echi industriali che definiscono il “solito rotolare del tempo”, pronto a chiudere in sonorità visionarie l’approccio cupo ed ossessivo di Revenge is a Bliss, scomoda overture in cui i suoni paiono metafora invasiva di un inevitabile panta rei, ricco di mescolanze artistiche prive di orpelli.

Proprio l’impronta Noise definisce (sin da subito) i contorni grigi di una composizione sognante, che si traina verso il riffing grezzo di Gnawed The Bone , ideale crocevia tra l’indie lo-fi e l’animosità intuitiva del punk, qui però privato dell’iracondia narrativa. Il brano, fortificato da una struttura sonora bilanciata e riuscita, apre il proprio orizzonte verso un volo osservativo pronto ad poggiarsi sulla via segnata da Così come la pioggia, lirica vitalizzata dal drumming tribale di Bruno Dorella, abile nell’offrire spazi emotivi dilatati e ridondanti. Proprio dalle note ricurve della composizione sembra emergere un parallelismo emotivo con Il lungo addio, non solo per il writing verista, ma anche per il modus operandi che porta la narrazione verso scomode ed emotive linee espressive.

Il mondo di Daniele Brusaschetto crea la propria continuità esecutiva con Go Home Gods, You’re Drunk e la straordinarietà onirica Seems so long ago, Nancy, dolce rimando al cantautorato alternativo d’oltreoceano.
Sulla medesima linea retta ritroviamo poi le note di La catena della sopravvivenza, composizione da ascoltare con gli occhi danzanti, in grado di inerpicarsi su strutture sonore raccolte, portate al limite espositivo.

A chiudere il volo di questa Radio stridente è infine Inciampare sui propri piedi, in cui il suono delle parole (cieli sereni sgombri di nuvole, azzurro terso orizzonti incolmabili …) sembra scontrarsi con le ruvidità acustiche da cui parte l’evocativa aurea della linea vocale.

Un disco pertanto avvolgente e tutt’altro che immediato.

Tracklist
1. Revenge Is A Bliss
2. Gnawed The Bone
3. Così Come La Pioggia
4. Go Home Gods, You’re Drunk
5. Seems So Long Ago, Nancy
6. La Catena Della Sopravvivenza
7. Un Mondo Inventato
8. Inciampare Sui Propri Piedi