Loboloto “Lux Tua”, recensione

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Dark, oscuro e inquietante. Parte proprio dalla cover art destrorsa e severa il mondo di LoboLoto, promettente progetto di Alice Lobo, cantautrice poliedrica in grado di raccontarsi mediante indovinati cromatismi, ricchi di sfumature underground.

Il piccolo Ep, licenziato da Alka records, si propone (sin dal primo ascolto) di racchiude in sé animi oscuri ed evocativi, che portano verso rimandi Portished, deliziosamente definiti da una linea vocale onirica, qui abbracciata ad un pattern sonoro in grado di dominare, con la sua aurea minimale, il funzionale tappeto strutturale. La voce sognante si arrampica in maniera solitaria ed espressiva alle note, per poi evolvere verso un pathos narrativo in cui l’impronta scarnificata restituisce una mescolanza di magia e surrealismo davvero riuscito.

Un reiterato battito sintetico si offre poi come ponte espressivo di una traccia che non lascia nessun tipo di dubbio. Nessuna ombra, ma solo idee ben strutturare attraverso una partitura bilanciata ed emozionale. Una realtà che viene esasperata in Maid, atta a condurci verso un perfettibile e poco accattivante dance-floor, pronto ad aprirsi a sonorità spigolose nonostante l’ossimoro sonoro ricreato dalla dolcezza narrativa. Con Love Stick, invece, si ritorna ad una maggior credibilità, grazie all’animo silente e delicato introdotto dalle diluite note bianco nere, che stringono l’ascoltatore in un aurea claustrofobica e misteriosa.

A chiudere l’extended played è infine Need, dolce e rassicurante commiato, che segna una divergenza netta tra la prima (e più riuscita) parte del disco ed lato b in cui, a tratti, si perde il giusto bilanciamento, nonostante l’ottima incursione chitarristica di Michele Guberti.

Un disco piacevole che necessita di essere ascoltato per riuscire a dare di sé le giuste vibrazioni.

Tracklist

One My Way
Lux Tua
Maid
Love Stink
Need