Earth Beat Movement “70bpm”, recensione

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Osservando l’ acronimo E.B.M. ho, per un attimo, pensato al mondo punk di inizio anni’80… invece ero sulla strada sbagliata.

Osservando la cover art degli Earth Beat Movement ho invece pensato a sonorità electro… invece ero sulla strada sbagliata.

Arrivano dalla toscana, armati di animosità reggae e striature rap, con un disco sviluppato attorno a sensazioni roots, che pervadono una tracklist riuscita, ma probabilmente eccessivamente diluita, che definisce sulla lunga gittata una perdita di mordente. Infatti, a dare i migliori sentori della potenzialità artistico espressiva della band è il lato A del disco, in cui i 70 battiti per minuto definiscono i contorni di un anthem ideale, per poi introdurci nel mondo ragionato della band: una sorta di concept in levare, pronto a raccontare pensieri positivi.

L’album ha inizio con una struttura sonora lieve e delicata, dettata da chitarra e voce che tanto porta alla mente il narrare degli Hellsongs, in modo particolare per il suo approccio ammaliante ed evocativo. Una linea vocale pronta ad evolversi verso ottave interessanti, appoggiate ad un pattern minimali e percussioni ideali per far intravedere le radici che andranno a dominare l’album.

Voci filtrate e rimandi anni ’80 ci trascinano verso You’ve got the Fire, in cui il movimento reggae viene ad essere reale protagonista. La traccia in dolce levare, arriva a sottolineare una sincrasi sottile tra un mondo lounge ed quello creolo, attraverso un rimando naturale alle prime note dei Casino Royale, anche grazie a backvoice e spiriti diluiti che dominano la traccia.

Tra le migliori performance del nuovo disco, sento di dover citare 1000 Miles, immersa in danzanti ondereagge (e qui cito Bobo Rondelli e i suoi Ottavo Padiglione) che si uniscono all’andamento oscillante, pronto a dare uno sguardo sulla Jamaica perduta.

La lirica, piacevolmente tipizzata, si pone sui risvolti cripto elettronici di Not Alone e sulla straordinarietà di Con un Sorriso in Più , unica composizione in madrelingua. Indicabile come un potenziale singolo, la track appare in grado di proiettare la band verso il mainstream… complici le assonanze con gli stilismi di Nina zilli degli esordi e con il rocksteady easy di Giuliano Palma. Un inno alla gioia che ci impone di ballare, mossi dagli echi del suo stile arrivando a suggerirci di richiudere l’empatia negativa in un cassetto, per stimolarci ad osservare il mondo con occhi nuovi.

A completare il disco sono infine gli immancabili featuring: il perfettibile Heal Your Heart con Jahcoustix e l’ottima Beautiful Ladies, narrata assieme a Raphael, veicolo genuino per l’ottenimento di un’aurea onirica e sognante e per certi versi electto lounge.

Un disco a due facce, che avvolge e coinvolge per poi perdersi parzialmente nel numero eccessivo di tracce e negli sviluppi (non sempre centrati) di loop e partiture…ma senza dubbio un disco che sa raccontare e sa far ballare.

Tracklist

1. 70 BPM
2. You’ve got the Fire
3. 1000 Miles
4. Heal Your Heart ft Jahcoustix
5. Pull Up
6. Missy Bun Down
7. Mr Heat
8. Give Gratitude
9. Beautiful Ladies ft Raphael
10. Not Alone
11. My Travel
12. Con un Sorriso in Più
13. Selfie
14. Missy Bun Dub