Gnac -Adesso, recensione

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Stereotipi e realtà. Gli Gnac sembrano cibarsi proprio di questo nella loro osservazione critica e priva di filtri di un reale che racconta, spesso, più di quello che appare. Infatti, come dimostra il loro esordio, è proprio dall’osservazione dei contorni che il quartetto Blob-Alt-rock parte alla conquista di un aurea descrittiva e narrativa, pronta a giocare su fatti e parole, delineate da glockenspiel, pad elettronici, tastiere ed attitudine indie.
La band padovana arriva all’atteso esordio grazie alle trame comunicative della Macramè, abile nel fornire al mondo musicale un disco curioso, che vive e sembra voler sopravvivere nell’underground dei piccoli club. Un opera di lo-fi, ma di medio-alto livello, in grado di accogliere le attenzioni di curiosi e losers.

Ad invitarci nel mondo apparentemente monocromatico degli Gnac è un curioso sampler alleniano, incipit ragionato di un’intuizione home-made, il cui impatto teatralizzato appare interposto tra spoken words e surrealismo Ex Otago. Sin dalle prime battute del disco emerge un ritmo metodico e melodico, che definisce i contorni di una ridente filastrocca, leggera e minimale, pronta a racchiudere un songwriting riuscito ed in linea con una quotidianità folle. Un mondo raccolto attorno all’ ironia giocosa ed ariosa di K2, specchio di un oggi sconclusionato, in cui la linea di cantato si avvicina più al mondo degli Offlaga disco pax che non a strutture armoniche di stampo classico. Un impronta ben definita attorno ad un (ab)uso di glockenspiel ,che non disdegna sonorità toy , per poi riversarsi verso un Basso consumo più vintage. L’ironia ed il sarcasmo sembrano voler essere centro espressivo del progetto, per certi versi definibile come indie (…o forse no), in grado di andare verso sensazioni espressive originali, fuori linea e libere da vincoli estetici.

Con Aria si giunge poi a sonorità deja ecù, per poi arrivare ai silenzi di Il peggio è passato, straordinario e minimale sguardo sulla realtà. La traccia, il cui andamento ricorda molto quello de La notte di Jovanotti, evolve con variazioni sul tema attraverso una crescente anima lo-fi, che muta il proprio climax nel cuore della composizione, per poi virare su Istinto distinto. Da qui si riparte verso un cantautorato destrutturato, anticipo espressivo di È Adesso, in cui striature surf si mescolano a una miscellanea (sur)reale di un mondo criticato ed accusato attraverso immagini che si addentrano in un analisi pronta ed analizzante (Pazienza è la vita), in cui nulla si concede per il semplice gusto di farlo.

Un album che nella sua semplicità espressiva si mostra originale e fuori da schemi. Un’opera che non vuole avere, né tanto meno rispettare.

Date un ascolto…il disco è in free download dall’official site dalla band…e se vi piace compratelo; il formato digipack è la custodia ideale della loro filosofia espressiva e supera certo la freddezza inutile del digitale.