Hellvate

Cd cover

Sul profilo di Myspace dedicato alla band Beneventana si legge senza mezzi termini “Non è possibile rintracciare gruppi precisi che abbiano influenzato gli Hellvate. Sostanzialmente, è l’intera scena Death-Black degli anni Novanta ad essere presente nella produzione della band. Tuttavia, non mancano “fughe” dal genere, evidenti nella parti di basso in thumb-slap o arpeggiate.”

L’incipit porta con sé una mezza verità, nel senso che è vero che le caratteristiche compositive e performanti della band esulano da un discorso di banalità e ridondanza, ma è anche vero che, risulta forse inevitabile un raffronto con tutto ciò che il Death anni novanta è riuscito a regalare alle nuove leghe di metal hammer.
Il profeta infernale, per certi versi vicino all’arte di Jeff Becera, trova la luce attorno al 2002, quando la primigenia essenza della band si assesta attorno alla caratteristica vocalità di Tommaso Rossi, che sin dagli albori dell’omonimo promo emerge con pienezza dai digrossati riff metallici. L’istintività narrativa e la tecnica di buon prospetto sono sin dagli inizi l’aspetto principale dell’iter infernale intrapreso, con coraggio e dedizione, nonostante i destabilizzanti cambi di line up.

Oggi, finalmente, dopo qualche anno di attesa gli Hellvate tornano con un Extended Played, travestito da mini cd, in cui si palesa senza troppi dubbi una notevole evoluzione musicale.

L’introduzione di “ The battle beginnig” in poco meno di un minuto spalanca la porta al tragico mondo narrato dalle trincee della cover art. Nel brano si accentrano tematiche e ridondanti note, che riportano alla mente il tipico black metal di stampo nordico, attraverso sonorità ossessive e malsane, propedeutiche all’inizio di quel conflitto, vivificato dalla violenza esecutiva e da una vocalità in growling ben definita

Il lavoro nel suo insieme suona piuttosto bene, attraverso ficcanti solo e frequenti cambi di ritmo, tanto da convertire il sound cupo e nereggiante “Death in a tears valley” verso una maturazione su ritmiche proto brutal, legate al mondo death anni novanta, tanto da sembrare uno spin off di “Human”.

Riff chiari e puliti, rendono armonia naturale al disco che, a differenza dell’esordio, raccoglie in sé un buon lavoro di post produzione, che tra armonizzazioni ed arrangiamenti stimolanti, rendono un suono deterso, grazie al quale voce e strumentazione trovano la giusta collocazione, senza fagocitarsi a vicenda.

Non mancano poi estensioni maideniane (“Honour in bleeding”), né desertiche e fredde sensazioni di sofferenza (“Lost in th esnow storm”), che fanno di questo disco una funzionale narrazione compositiva di buon valore, tanto da meritare non solo il gradino più alto del podio di Ecce Homo Rock Festival, ma anche il palco assieme a mostri sacri come Vader, Deicide e Opera IX.

Un disco che prevede inevitabilmente un imminente full lenght, unica metodologia per potenziare un cannone già allestito a sparare note.

Intervista

Le mie interviste solitamente partono da un punto fermo….vale a dire delucidazioni sull’origine del monicker. Da cosa deriva e cosa significa Hellvate? Da cosa è nata l’idea?

L’origine del nome “Hellvate” nasce dall’insieme delle due parole “Hell” inferno in inglese, e “Vate” profeta in latino, e sta a significare i profeti dell’ inferno. Ci tengo a sottolineare, che l’inferno a cui ci riferiamo, non deve essere per forza la dimora di Lucifero, ma bensì può essere anche l’inferno che ognuno di noi è costretto a vivere al giorni d’oggi nella nostra società odierna.
L’idea partì dalla parola “Helvete” che in norvegese significa inferno, ma con il monicker “Helvate” già ne esistevano abbastanza di gruppi. Da questa parola siamo arrivati a vari cambiamenti, fino ad arrivare ad “Hellvate”.

Ascoltando i due demo ci si rende conto di come abbiate migliorato notevolmente sia l’esecuzione sia la composizione dei brani. Cosa è cambiato dal 2006?

Dal 2006, abbiamo avuto alcuni cambi di line-up, e soprattutto, siamo cresciuti sia come persone che come musicisti. le varie esperienze live, e la registrazione del primo demo “Hellvate” del 2006, ci hanno portato ad una maggiore esperienza e al sound attuale per il secondo demo “The Battle Beginning” del 2009.

Gli Hellvate arrivano da Benevento…cosa pensate della scena metal sudista?..e se foste nati a Milano cosa sarebbe cambiato?

La scena del sud è molto ricca di gruppi che non vedono l’ora di uscire dall’underground, oltre a noi, ci sono ad esempio i Menarca, gli Hellsteps, i Bestial Carnage e molti altri…..Quello che manca al sud sono i locali, sotto Roma, non ci sono strutture adeguate al nostro genere, e sopratutto, sono pochissimi i locali che danno una mano alla scena metal sudista. E’ veramente un peccato che la situazione sia così, perchè al sud, ma anche al nord, di gruppi validi ce ne sono molti, dovrebbe solo essere supportati di più, sia dai locali, sia dalle persone.
Se fossimo nati a Milano, sicuramente la situazione sarebbe molto più agevole. Al nord i locali sono molti di più, basta vedere quante volte i gruppi di fama mondiale suonano al nord o al massimo arrivano a Roma. Dovrebbero capire che anche noi al sud ci siamo, e se ci uniamo e supportiamo la nostra scena, saremo sempre di più.

Il sound di “The battle beginning” appare più corposo e preciso e meno grezzo del demo d’esordio, ma il songwriting rimane piuttosto interessante. Come nasce la lirica e con quali modalità si incontra con la partitura?

Il nostro songwriting, nasce sempre da un riff di chitarra o di basso, alla fine con il bano musicalmente pronto in tutte le sue parti strumentali, io inserisco il testo. Ora siamo orientati più verso il death metal rispetto agli esordi, però la fiamma nera del black metal comunque rimane in noi, basta ascoltare il brano “Lost in the snowstorm”. I nostri brani si orientano sia nel death che nel black metal, sono i generi che preferiamo e che suoneremo sempre.

Ieri Opera IX, Gory Blister…domani Deicide e Vader. Cosa significa per gli Hellvate?

Oggi come le date di ieri, significano grandi soddisfazioni, che finalmente dopo vari anni passati nell’underground, finalmente si iniziano a vedere i risultati. Ovviamente, suonare con Marduk, Vader e Deicide sarà per noi un grande orgoglio e una grande soddisfazione, e spero che in futuro ci siano altri numerosi concerti con band di questo livello.

Ho particolarmente apprezzato le vostre cover art, come nascono?

L’artwork del nostro nuovo cd “The Battle Beginning” è interamente stato realizzato dal nostro chitarrista Agostino Cerza detto “Cerz”, è stato veramente bravo a tramutare in un’ immagine, tutte quelle che sono le emozioni e gli stati d’animo che la musica del cd crea. La copertina, esprime distruzione e desolazione e sopratutto esprime tutto quello che nei brani e nei testi si può riscontare ascoltandoli attentamente.

Forse ora è arrivato il momento di un full lenght…quando? come?

Un full lenght, sarebbe il sogno di tutti noi, stiamo contattando varie case discografiche, e speriamo che siano interessate ai nostri brani. Le recensioni che fino ad ora abbiamo visto, sono molto positive e spero che qualche offerta ci giunga presto.
Spero che le persone inizino a supportare di più la scena metal italiana, perchè di gruppi validi ce ne sono molti, e credo che tutti noi, non siamo inferiori sicuramente a nessuno nel resto del mondo.
Vi ringrazio per l’intervista, spero di vedervi ai nostri live futuri,

un saluto
Tommaso
Hellvate