Inascoltable +intervista a Freak Antoni

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Il disco

Da qualche tempo la, Shake edizioni underground sta dando alle stampe prodotti di notevole interesse musicale ed artistico, e la fortunata serie è confermata dall’uscita di una vera e propria chicca per collezionisti ed aficionados degli Skiantos.

Gli appassionati possono avere l’opportunità di avere per le mani un piccolo gioiello della musica punk rock demenziale, il famigerato “Inascoltable”, primo introvabile e ineguagliabile disco della band, in cui, tra gli altri, hanno mosso i primi folli passi Dandy Bestia, Freak Antoni, Leo Tormento Pestoduro, Andy Bellombrosa, Jimmi Bellafronte, Stefano Spisni Strong, Skinsi Bubba Loris, e Freanki Grossolani.

Il Pakko offre oltre ad una pura e sana follia musicale, anche il video di Bau Bau Baby in presa live e un impedibile volumetto di 64 pagine in cui, tra foto dissennate, si posso leggere le meravigliose testimonianze di tutti coloro che parteciparono al big ben della musica demenziale. Tra le righe si riesce a percepire l’atmosfera di un epoca e i vari passaggi dell’indimenticato full lenght, attraverso una lettura metatestuale ed intralinguistica di un vero e proprio monumento, registrato in una sola notte nel lontano novembre del 1977.

Un disco in cui gli Skiantos hanno sdoganato anche gli errori nelle esecuzioni. “Lo sbaglio al musicista canonico fa ribrezzo, noi facemmo un discorso coraggioso sull’errore e sulla casualità, che facemmo nostra. Questo disco oltre che demenziale è davvero sperimentale”.

Quattordici tracce che viaggiano tra il punk grezzo ed il blues suonato “alla zuava”, tra ironia, sarcasmo e zappattiano non-sense, un disco che tutti dovrebbero quanto meno ascoltare una volta, per capire da dove sono arrivati molti boriosi musicisti di oggi.

Track list

1. Permanent Flebo
2. Lieve affranto (moderato dolore)
3. Io ti spacco la faccia (dal vivo)
4. Makaroni
5. Io sono un pestone
6. Non puoi troncarmi un rock
7. Permanent Flebo reprise
8. Sono rozzo sono grezzo
9. Blues a Balues
10. Io vi odio
11. Spacco tutto
12. Inascoltable (strumentale)
13. Io te la do su
14. Tutti fatti

Preambolo

L’uscita del cofanetto si presenta come la migliore occasione di incontrare finalmente il buon Freak Antoni …ma prima è necessario un piccolo flash back per introdurre la sentita chiacchierata fatta a Genova in piazza dell’Allodola, poco prima di un folle recital con la pianista Alessandra Mostacci.

Erano i primi anni ottanta, io ero ancora un bimbo scapestrato di circa nove anni, quando mio cugino iniziò a parlarmi di un gruppo d’avanguardia (che allora non sapevo neppure cosa significasse …e ad essere sincero ancora oggi a 34 anni tuonati, qualche labile dubbio rimane!). Una sera d’estate, questo mio fantomatico parente stretto, arrivò baldanzoso nella mia casa di campagna, armato di una musicassetta nuova nuova, con su scritto “Monotono”; era arrivato il momento di aprire la porta sulla skiantologia. Il colpo di fulmine fu immediato. Passai tutta la seguente giornata ad ascoltare quel disco e a trascrivere i testi su di un piccolo blocco note, per poter cantare quelle liriche, suonando la mia chitarra. Il mattino seguente feci l’errore di lasciare il blocchetto sulla credenza della cucina, per poi uscire a rincorrere un tango. In quelle mattine d’estate mia madre soleva richiamarmi con un urlo alla tartan, per annunciare il pranzo, ma quel giorno qualcosa di insolito si stava profilando davanti ai miei occhi. L’urlo matriarcale stava risuonando alle 10 in punto…qualcosa era accaduto! Percorsi gli scalini di fretta, quando mi ritrovai di fronte allo sguardo severo di mia mamma che tra l’incazzato e il preoccupato, esclamò brandendo il mio blocco note “Ma cosa è successo? Ne vogliamo parlare? stai bene?”. Volse verso di me il foglio lasciato sulla credenza e mi lesse a voce alta, quasi recitando a memoria “Sono andato alla stazione, ho cercato l’Eptadone poi m’ha preso l’emozione son scappato”.
Il mio sorriso riuscì a non degenerare in una fragorosa risata. Quando spiegai a mia mamma che quel messaggio non era un post-it per lei, che non ero andato in stazione, che non avevo avuto nessuno scontro e che non mi facevo di eptadone, ma che quello che aveva in mano era solo il testo di una canzone degli Skiantos…con un sospiro di sollievo smise di preoccuparsi per me, ma iniziò a preoccuparsi per Freak Antoni.

Fu quel giorno che mi resi conto che gli Skiantos erano qualcosa di squisitamente demenziale. Oggi dopo una lunga militanza tra gli Skiantos Boys, dopo una serie infinita di concerti in cui mi sono ritrovato onorevolmente ad essere partecipe di un “Pubblico di Merda”…riesco finalmente a intervistare Mastro Antoni.

L’intervista

Avendo promesso a mia madre che mai e poi mai avrei raccontato la vicenda di Eptadone, l’intervista non poteva che iniziare proprio con questo aneddoto…

Roberto scoscia in una fragorosa risata:

“Cosa è successo poi?? Sono curioso di sapere…tua mamma aveva chiamato la polizia??”

Spiego a Roberto che alla fine la beneamata non ebbe tempo di essere contattata, visto il mio rientro. Freak sorride della bislacca vicenda ed inizia un apologia sentita nei confronti delle mamme del mondo…

“ Signora tranquilla…deve ricordarsi che gli Skinatos vanno sempre tradotti! Mai presi alla lettera, entra in gioco l’inevitabile ironia che la band ha sempre valutato su di un primo piano di comprensione. Usando il sarcasmo è sempre necessaria una traduzione metalinguistica.

A tal proposito comunque…se posso vorrei subito fare un aggancio a “Sono un ribelle mamma”, altra canzone importante per gli Skiantos, oltre alla già citata “Eptadone”. Anch’essa rende omaggio all’enorme, gigantesca statura della mamma italiana, la quale, giustamente preoccupata del fatto che il testo di Eptadone fosse un reale messaggio di aiuto, si è subito attivata.
Noi abbiamo spesso parlato delle mamme, come nella canzone gioco, “Getta la mamma dal treno”, che si rifà all’eccezionale film con Billy Crystal e Danny DeVito. Questo film, poco considerato in Italia ma straordinariamente comico, a noi Skiantos piacque moltissimo, tanto da ispirare l’omonima canzone. Divagando liberamente noi immaginavamo una ragazza soffocata dalla procreatrice che trovava il coraggio di gettarla metaforicamente dal treno…
Gli Skiantos, senza ombra di dubbio, sono sempre stati teneri con le mamme, basta ricordare “Mammaz”, (“Mamma sei sbarbina la domenica mattina, ti bacio sulle mani che ne sanno di polpettone) in cui la mamma appare sempre come entità fondamentale per noi, tanto è vero che… “

…in quel momento iniziano a suonare energicamente le campane della chiesa del Carmine

“…questa sottolineatura di campane, vogliono ricordare l’importanza della mamma, una sorta di istituzione, soprattutto in Italia. Inutile vergognarsi in quanto mammoni, il mammismo è una caratteristica che per alcuni è insopportabile, ma per altri versi è piuttosto interessante se non cade nella patologia…in fondo anche gli Skiantos, hanno mamme con la MA maiuscola.

A proposito di Mammismo, voi Skiantos vi sentite più mamme della nuova ondata del rock demenziale arrivata negli anni novanta, o più fratelli del mondo Squallor anni ottanta?

Con gli Squallor, senza dubbio esistono notevoli punti di contatto, tutto nasce dall’idea di fare canzoni comiche capaci di far sorridere, noi da sempre abbiamo sempre avuto un massimo rispetto per gli Squallor, che talvolta ci hanno fatto ridere fino alle lacrime, altre volte un poco meno, anche perché talvolta l’improvvisazione regala vere perle di comicità pura e innegabili geniali intuizioni, altre volte risultano però molto meno felici. Onore comunque al loro coraggio e alla loro professionalità.
Rispetto a noi Skiantos, gli Squallor lavoravano di pura improvvisazioni su Basi musicali create da Totò Savio, facendo leva sulla loro professionalità di discografici e capacità di musicisti. Gli Skiantos invece sono un progetto “vero” che calca le assi dei palchi (O)scenici… data la nostra presenza. Sono carne ed osso, non solo sono una realtà discografica, ma anche vitalità live.

Noi ci sentiamo fratelli complici o sorelle complici di coloro che fanno demenziale, cioè musica pop rock o jazz, in cui il testo letterario risulta demenzial-letterario. Attenzione però al pericolo in agguato, come ricordava sempre Roberto Serra, la satira porta molta sfortuna a chi la fa…perché regolarmente fraintesa…sovvertita nei suoi veri significati, la gente ci rimane male, capendo fischi per fiaschi

“…meglio un figlio ladro che un figlio frocio..”

esatto! Intendevo proprio questo…!

Poi onore al merito al gruppo di Elio e le storie tese, che hanno saputo migliorare, copiando come i giapponesi hanno fatto con le automobile e le motociclette o come Zucchero ha fatto in musica.
Elio e le sue storie tese hanno preso le idee degli Skiantos, le hanno pulite ,disinfettate e candeggiate, rendendole appetibile, togliendo le spezie più forti, restituendola commestibile al grosso pubblico, più commerciale. Insomma onore al merito, anche perché hanno saputo copiare bene! Bisogna saperlo fare! Sono riusciti a reinterpretare negli anni novanta quello che noi facemmo nei settanta, sono riusciti ad adeguarsi ai tempi, anche perché gli Skiantos, brutti sporchi cattivi e barricadieri in quegli anni non pagavano più dopo l’esplosione del punk…

Ecco così arrivare un gruppo che si fa vanto di una perizia tecnica non comune, ai quelli ribadisco però che io mi voglio emozionare, voglio dire che bello quando ascolto un brano…non che bravi gli esecutori…anche perché sarebbe riduttivo e di basso livello giocare alla chitarra più veloce dell’west.

Inizia a suonargli il cellulare..

”Per ribadire la mia dimensione demenziale posso far notare come non ho spento il cellulare prima di iniziare l’intervista…e adesso mi ritrovo con la pianista Alessandra Mustacchi che mi chiama… sto facendo l’intervista…tra un poco arrivo!

Cosa è cambiato dopo 1984? Da ascoltatore, ho notato un cambiamento radicale notevole. Il cambio di direzione ra dovuto ad un aspetto socio antropologico differente, oppure al fatto che dall81 all’84 c’è stata una chiusura.. insomma gli Skiantos di prima sembravano scomparsi, come critico musicale potrei prenderne atto, ma da fan della prima ora, avendo subito un deludente cambio di via, mi chiedevoquali fossero le reali e recondite motivazioni..?

“Gli Skiantos hanno fatto, per coerenza e adesione al movimento studentesco al quale appartenevano, la mossa più incredibile ed impossibile da spiegare ai giovani delle nuove generazioni. Si sono sentiti non consoni al successo, si sono sentiti non preparati allo slogan “Vogliamo diventare ricchi e famosi. In realtà diventare famosi nella seconda metà anni 70 , significava sposare in toto la musica dell’establishment, sposare le canzonette da classifica, diventare come gli odiati e melensi cantautori, oppure sposare la dance-music.
Eravamo contrari a tutte le dimensioni di classifica,. Avere successo significava vendere l’anima artista al business, quindi facemmo il gran rifiuto, decidendo di fermarci, per non diventare noiosi e poco interessanti.

Dopo una sosta di circa tre anni gli Skiantos, sono stati ricattati dal business, il quale ha imposto alla band di tornare alla grande, visto che Caterina Caselli ci ammira molto, l’idea fu quella di una nuova imponente operazione balneare. In un primo momento dicemmo no, ma il manager ha poi insistito sul fatto che quello era l’unico modo di tornare, abbandonando i nostri panni di radical-rivoluzionari da 4 soldi e accettare il progetto di canzoni balneari rifatte con i fratelli La Bionda. Il motivo di orgoglio, nonostante tutto fu comunque quello di riuscire ad andare oltre alla richiesta di coverizzare alcuni brani; infatti riuscimmo a proporre “Ti spalmo la crema” e “Canzone per l’estate, sottotitolo un milione di copie gia vendute”, che entusiasmarono Caterina Caselli, che ringrazio ancora pubblicamente. Caterina si infiammò volendo le due canzoni nell’album.
Non eravamo però completamente liberi, infatti ci trovammo obbligati a subire gli arrangiamenti dei fratelli La Bionda perché l’operazione necessitava il nostro adattamento alla situazioni.

Quindi i cazzi erano pochi…o accettavamo o meno. Diversamente dal qualche anno prima, quando quasi tutto il gruppo rifiutò l’idea di andare a Sanremo, vetrina di squallore musicale, decidemmo di accettare, proprio come abbiamo accolto recentemente Colorado Caffè, riuscendo a non vendere l’anima al business.

Rispetto ai tuoi progetti come nasce l’idea del fumetto “Freak”?

Premetto che non scommetterei lira sul successo del fumetto…io solitamente sono fiero dei miei trent’anni di insuccessi, indice di una personalità disturbata ma interessante ed originale.

Il fumetto nasce semplicemente dal fatto che sono un vecchio maniaco fumettomane, uno che da bimbo comprava il Corriere dei Piccoli, Topolino, Satanik, Criminal, Alan Ford e tutti i fumetti della Bonelli come Tex Willer pronunciato proprio Viller.

Dopo l’incontro con il compositore Stefano Ianne, titolare di una piccola casa editriceè nata l’idea di “Freak”. Ah deciso di investire su di me e sulle sei storie ad uscita bimestrale. Le narrazioni raccontano di un Freak che vuole ottenere la canzone perfetta. Per riuscirci ingolfa il computer di musica e testi, poesia e racconti. Il pc, reso magico da una affascinate strega, scoppia regolarmente al termine di ogni puntata. Parallelamente a questo, nella metropoli qualcuno uccide artisti pop rock presenti nelle classifiche, aprendo cosi il lato giallo-trhiller del fumetto. Freak inizierà ad investigare…scelta sbagliata…ma non vi dico perché.

La canzone perfetta che Freak ricerca sarà nel prossimo disco?

La canzone perfetta ci sarà nel prossimo disco! Disco che da qualche tempo gli Skiantos, stanno cercando di registrare. Siamo arrivate ad una ventina di canzoni provinate, questa volta il disco avrà un nuovo tipo di promozione, almeno questo è quello che ci hanno garantito…

Quando è prevista l’uscita…?

Bah….presumibilmente nel periodo natalizio. Vorremmo che il disco fosse inappuntabile, straordinario per non prestare il fianco a troppe critiche anche se i dischi perfetto non esistono e poi agli Skiantos piace anche sbagliare…

Roberto si alza e sorridendo inizia a percorrere la crosa che lo porterà in Largo della Zecca in cui per circa un ora ha deciso di impersonificare un edicolante…