Septycal Gorge

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Era il 2006 quando per la prima volta mi ritrovai di fronte ai Septical Gorge, in una Cuneo piena di zanzare, in trepidante attesa dei Napalm Death. Rileggendo dopo tre anni la mia recensione, mi sento in dovere di sottolineare come, quello che scrissi sui Septycal oggi, è senza dubbio, una concreta realtà .
Al tempo, avevo l’impressione di essere di fronte ad una band dai buoni margini di miglioramento, nonostante mi ritrovai a criticare una sezione ritmica che in presa live non mi aveva convinto molto. Oggi però, dopo aver ascoltato “Growing seeds of decay”, posso affermare con decisione che la band piemontese è ormai uscita dall’underground e ha tutte le carte in regola per diventare una tra le migliori band del panorama italiano, inseguendo quelle sonorità rese celebri da Suffocation e Disgorge.

L’album si apre con un mostruoso respiro che si muove nell’infernale non-mondo descritto dalla cover art, un vero e proprio racconto attraverso suoni e rumori, atti a presentare il vorticoso growling di “”Unidentified corpse”, con le sue ritmiche violente, cupe ed angoscianti raccontate dalla voce di Mariano. La vocalità utilizzata in maniera inumana, risulta efficiente per raccontare tersa follia horroristica, dall’outro strascicato e rabbioso. Il medesimo squilibrio concettuale riappare nell’unica traccia italiana “Ultima lucida follia”. Il testo ancora una volta molto complesso e ermetico, trasferisce su di se una dissociazione schizofrenica. artisticamente ben realizzata, attraverso passaggi metaforici e ridondanti partiture. A differenza di ciò che dissi nella recensione del 2006, devo accogliere un enorme miglioramento a livello di sezione ritmica, molto precisa, tecnica ed armonica, soprattutto grazie alla maestria di Davide, batterista di buona qualità, capace di definire ritmiche angoscianti e cupe, senza dimenticare la velocità e la precisione d’esecuzione.

L’album si dipana attraverso tematiche legate a sconforto, smarrimento e disperazione, come accade in uno dei brani più convincenti del full lenght “Waltz of desperation”, in cui sembra maturare il nichilismo del no future (“Dream’s for losers”), accompagnato da un sound riflessivo e diluito che dall’intro si innalza sino al chorus, il quale, spinto da un anima deformata, corre verso l’isterismo dei convincenti riff .

Spesso l’esasperazione del growling intricato risulta funzionale al narrato, come accade in “Poisoned human flesh”, proposta anche in una più suasiva veste old version. Ma non c’è molto tempo per razionalizzare. Il mondo gorgogliante dei Septycal ci riporta alla realtà nereggiante di “Infected dream”, un sound oppressivo che accompagna una lirica da parent advisory, dominata da un blast beats d’eccezione, alternato a momenti maggiormente distesi.

L’album si chiude con 4 bonus track che riprendono l’Ep “Delivering hidden mutilation”, una self-released del 2005, tra cui emerge “Oblivion”, traccia inquietante ed inquieta, la cui introduzione valhallatica da inizio ad un granitico sound, che non vuole inseguire a tutti i costi la velocità esecutiva fine a se stessa, ma sembra ricercare un’esigenza narrativa espressa attraverso una vocalità alquanto bassa, alternata a brevi momenti scream, tra cupezza cannibalistica e un ritmo da headbanging!

Insomma un disco che deve essere preludio a ciò che per forza di cose dovrà accadere e che ha il dovere di essere moto di orgoglio di tutti coloro che in Italia seguono l’extreme music.

Tracklist

1. Intro
2. Unidentified Corpse
3. Abominated Hierarchy
4. Waltz of Desperation
5. Ultima Lucida Follia
6. Growing Seeds of Decay
7. Poisoned Human Flesh
8. Infected Dreams
9. Vacuous Retaliation

bonus track

10. Waltz of Desperation
11. Oblivion
12. Poisoned human flesh
13. Infected dreams