“La Grande Storia del Rock a Fumetti” , Enzo Rizzi, Recensione ed Intervista

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Heavy Bones: La storia del rock a fumetti

A breve arriva il Natale e tra i nostri consigli per gli acquisti vorremmo segnalare la rinnovata edizione deluxe de Heavy Bones: La grande storia del rock a fumetti, nuovamente licenziato da Nicola Pesci Editore. Una nuova e luccicante rivisitazione impreziosita da due “bonus track” (una nuova parte dedicata al prog italiano e un riuscito tributo a Heavy Bones) a cui si aggiunge una copertina rigida, elegante e particolarmente efficace, che già da sola accoglie gli amanti del rock tra chitarre, plettri, amplificatori e corna in pieno stile HMK.

Come da tradizione, sono le matite e le chine di Enzo Rizzi a raccontare gli eventi mediante il suo corpulento e spietato zombie che, dal suo mondo nereggiante, sembra voler abbattere la quarta parete per trovare uno spazio espressivo non molto distante da stilismi fumettistici dei tardi anni’60, qui al servizio del putrefatto ed horrorifico Virgilio, pronto, ancora una volta, a condurci in un viaggio senza fine chiamato rock.
Quel rock che non appartiene solo ai Rolling Stones ed Ac/Dc, ma anche allo straordinario mondo vintage in cui muovevano i primi passi Jerry Lee Lewis e Chuck Berry, anime folli e reali di un mondo nuovo, vissuto attraverso lo Psycho Circus dei Kiss, sino alle divergenze autodistruttive di Ian Curtis. Un itinerario in grado di abbracciare il rock nella sua più ampia accezione, accogliendo sotto i riff easy dei ZZ Top, l’universo grunge di Pearl Jam e Nirvana, sino a giungere al glam e al punk ’77.

Un’opera, dunque, che rispetta una certa linearità narrativa, ma che può essere vissuta in maniera libera e personalizzata.

A complementare l’articolo questa volta ho deciso di disturbare Gianni Della Cioppa ed Enzo Rizzi con una breve intervista. Pertanto, nel tentativo di dar voce diretta ad un progetto per il quale vale la pena spendersi ecco a voi i due preziosi interventi.

Intervista a Enzo Rizzi

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Come e quando è nato il personaggio Heavy Bones?

“Heavy Bone” è nato senza alcuno sforzo, di getto…sembrava l’avessi già in testa, così come lo vedete oggi…frutto dell’incontro delle mie due grandi passioni, la musica Hard Rock/Heavy Metal ed i fumetti Horror ( quelli americani della E.C.Comics ed il “nero italiano”, Diabolik, Kriminal, SataniK).

Sbaglio se dicessi che trovo in lui alcune similitudini con Lemmy degli anni’90?

Non sei il primo a dirlo. Se in alcuni suoi comportamenti “fuori dagli schemi” lo ricorda, è stata una cosa inconscia, sicuramente.

Osservando i tuoi disegni pare evidente una discrepanza grafica tra il mondo di Heavy Bones e il mondo raccontato. Necessità dovuta ad una dicotomia narrativa?

Sicuramente. Il mondo di Heavy Bone è un mondo di fantasia e per questo è raccontato con uno stile che si rifà al classico fumetto. Le pagine nelle quali svolge la funzione di “story teller”, nelle Bio intendo, band/solisti esistono nella realtà quindi per avere il massimo coinvolgimento da parte del lettore, uso un tratto estremamente realistico, fotografico, appunto.

Quali sono le tue tecniche artistiche? Per i rimandi grafici alla realtà usi tecniche simili al rotoscope.

Diciamo che il metodo è il solito; quando si vuole fare un’illustrazione realistica, si “usa” un supporto fotografico, tutto qui.

I dettagli dei disegni, i messaggi (Subliminali) e le letture intra-testuali appartengono a Heavy Bones o ad Enzo Rizzi? Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Tutto ciò che leggi in Heavy Bone è frutto del mio background, i miei interessi, le mie letture, le mie passioni. I mie riferimeni musicali e di immagine sono sopratutto lo “Shock-Rock” e quindi Alice Cooper, W.A.S.P., King Diamond, etc…

Tra le diverse collaborazioni (Dylan dog, Danze macabre…) quale ricordi con più emozione?

Quella più emozionante è stata la collaborazione con la prestigiosa rivista statunitense “Heavy Metal” (diretta da Kevin Eastman, il creatore delle Tartarughe Ninja) che ha pubblicato una storia di Mr. Bone, scritta da me e disegnata da Nathan Ramirez.

Hai mai avuto la sensazione che Heavy Bones imprigionasse Enzo Rizzi in una serialità senza termine?

No…al contrario, Scrivere storie , raccontare di Heavy Bone mi fa sentire libero di viaggiare con la mia fantasia.

Come e perché è nata l’idea di una seconda edizione?

La seconda edizione di “ROCK” nasce dalla voglia di tornare sugl scaffali delle fumetterie e delle librerie, visto che la prima edizione era oramai esaurita (così come “METAL”, volume che invece è alla sua terza edizione).

Puoi raccontarci la parte del libro in cui diversi artisti propongono il loro tributo grafico a Heavy Bones?

Mi pace mettere Heavy Bone alla prova….eheheh! Mentre ero al lavoro sul volume mi sono chiesto:” Chissà se quel disegnatore X, che ammiro tanto, dedicherebbe del suo tempo prezioso al mio zombie”. Per mia fortuna, il 99% dei professionisti contattati mi ha risposto positivamente ed ecco così una fantastica “Gallery” realizzata da fumettisti della MARVEL, DC Comics, Sergio Bonelli ed altri importanti editori italiani.
Medesima domanda anche per te… Leggendo l’opera ora, cambieresti qualcosa?
Aggiungerei altre band…eheheh! Mail tempo è sempre tiranno. Comunque…mai dire mai.

Intervista a Gianni della Cioppa

Affrontando un progetto come La storia del Rock a Fumetti quale è stata la difficoltà più evidente nel gestire una descrizione complementare alle immagini di Enzo Rizzi?

La cosa più complicata è stato immaginare la sequenza del testo affiancata ai disegni di Enzo, che io non conoscevo, quindi cercare di dare un senso scorrevole al tutto. Me la sono cavata cercando di fare tanti pensieri brevi, in modo che potessero essere collocati singolarmente o insieme, in nuvolette di varie dimensioni.

Due tavole per molte informazioni, come è maturata la scelta e la sintesi necessaria?

Scrivendo da tanti anni, la sintesi diventa una priorità del tuo stile. Un mood naturale di approntare i testi. Non saprei fare niente di diverso. Infatti io invidio, ma allo stesso tempo non comprendo più, l’infinito spazio che utilizzano per recensioni ed interviste sulle webzine. Mi sembra quasi un’esagerazione che stanca il lettore. Quindi una volta saputo lo spazio disponibile, si crea un modus operandi mentale, dove so che per raggiungere l’obiettivo, si devono sfoltire aggettivi, ripetizioni, e che ogni parola è preziosa. E alla fine mi trovo quasi sempre il numero di battute esatte. Si tratta solo di sfoltire e sistemare i dettagli. Ed anche questa volta è andata così.

Come è nato l’incontro con Enzo Rizzi? Avete dovuto affrontare dissidi o punti di vista collidenti?

Come spesso accade in questi tempi di social, Enzo ed io ci siamo conosciuti qualche anno fa su Facebook, dove abbiamo scoperto che c’era stima reciproca. Poi mi ha chiesto se volevo collaborare alla nuova versione del “La Storia del rock a fumetti”, dove pensava di aggiungere cinque schede relative ai gruppi del prog italiano anni ’70. Mi è sembrata una cosa bellissima e non ci ho pensato un solo secondo. Enzo mi ha lasciato libertà assoluta e si è fidato completamente, un gesto che ho apprezzato moltissimo.

Leggendo l’opera ora, cambieresti qualcosa?

Per quanto riguarda i miei testi sono soddisfatto. Per i disegni di Enzo e l’impostazione generale del volume, mi sembra semplicemente tutto stupendo. È il miglior regalo che si possa fare ad un amante del rock: storie delle band, cinema horror, fumetti. Inoltre l’idea di una sezione di ospiti che interpretano HeavyBones è notevole. Ringrazio ancora Enzo per l’opportunità e te per questo spazio su l’ottimo Music On Tnt, un sito che invito tutti a seguire.