The Rideout ” Heart & Soul”, recensione

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Anima e cuore.

Titolo semplice, forse banale, ma di certo sintesi adeguata per questa nuova fatica dei Rideouts, quintetto nato e maturato sulla via che da Trieste conduce a Liverpool.
Nati dalla mente di Max Scherbi, voce e chitarra dell’ensemble, i Rideouts arrivano alla loro terza opera, quella (probabilmente) della definitiva maturazione. L’album , infatti, mostra poche ombre, rese (quasi) impenetrabili non solo grazie a idee chiare e lineari, ma anche per merito di un’impostazione brit-pop mescolato ad un riuscito rock’n’blues, qui raccontato da un’aria internazionale che stupisce e avvolge, soprattutto dopo un ascolto attentivo.
A dare battesimo a questo Heart & soul sono i riff dalle tinte blues di Not enough, da cui affiora la voce del frontman, abile nell’inserirsi tra le sonorità “analogiche” di un brano che, come amplifica il titolo stesso, non è sufficiente a conquistare l’attenzione, nonostante il buon dialogo chitarristico. L’aria però si rinfresca nell’immediato attraverso un’ anima di plastica, i cui sapori vintage raccontano di un riuscito incrocio tra easy listening ed un avvolgente groove, qui alimentato da un riff ridondante e trainante, per il quale risulta impossibile rimanere fermi.

Il sound si fa poi maggiormente osservativo con I’m sorry , ballata brit in Gallagher style, mentre con Give it to me ci si trasferisce in un atteso territorio agè, attraverso incursioni hammond ed un uso melodico della bass line, su cui si appoggiano controcanti, note santaniane e sguardi sixties.
Le toniche dominanti di I’ll be free si offrono, inoltre, ad aperture melodiche che non disdegnano la Liverpool del recente passato, per poi condurci verso Put The Blame On Me Who i’am, traccia ideale nel far intravede il rock di fine anni’70, complici zeppeliniani passaggi stoppati, a tratti edulcorati dalla vocalità di Michela Grilli, ma impreziositi da un guitar solo breve ed indicativo del poliedrico percorso che la band ha sul proprio terroir.

A chiudere il disco sono poi le impronte “spirito” di Wait e la profondità blues di Don’t Cry
, straordinario atto musicale di un disco che racchiude in sé piccole perle da ascoltare con attenzione e passione…la medesima che muove le note nuove di una band che continua a raccontare storie e stile.

Tracklist
1. Not Enough
2. Plastic Soul
3. I’m So Sorry
4. Give It To Me
5. I’ll Be Free
6. Put The Blame On Me
7. Who I Am
8. Wait
9. Take It Easy
10.Be A Man
11.Don’t Cry