Mad Dogs Ass shakin’dirty rollers, recensione

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I Mad dogs hanno cambiato rotta. Le onde blande del loro mare, raccontato in precarie ed iniziatiche “condizioni di equilibrio”, hanno trovato il giusto vento per incresparsi verso un mood diversificato, che sembra voler osservare il mondo d’oltremanica (e non solo). Infatti, il quartetto promosso da Go Down Records mostra una riuscita attitudine Garage rock che, pur fondando i propri istinti sul finire degli anni ’70, si avvicina a sonorità Hellacopters, a cui si arriva partendo da radici classic rock, qui spinte e ben alimentate da un’ottima sezione ritmica.

Lo sporco e polveroso garage rock mostra l’entrata del disco, in cui ritroviamo sensazioni surf e tipicamente rock’n’roll, proprio come dimostra l’intuizione felice di Make it tonight. Dalle note della traccia emergono poi alcune sensazioni Jerry Lee Lewis grazie alle pestate armoniche di Alberto Napolioni che con le sue ottave offre un’originale mescolanza di note anni’50, qui immerse nella struttura tirata da distorsioni chitarristiche e da una coinvolgente e battente sezione ritmica.

Il mondo dei Mad dogs sembra vivere nei sobborghi dell’underground (It’s not over) tra ritmi serrati, armonie accoglienti (Girl of my dreams) e impronte vintage, in cui il quartetto trova agio e risolutezza espressiva. Un’impronta che diviene minimale grezza e punkeggiante con la tiratissima I can Move, in cui filtri vocali si miscelano a silenzi e stop and go, regolati dal drum set di Giacomo Zepponi.

Il viaggio prosegue poi con nuovi Punti di vistadefiniti dall’ottima Surf Ride, tra le pieghe della quale il punk d’oltreoceano si mescola agli stilemi garage, mostrando lineare semplicità da cui emerge con decisa bass line, ideale per inseguire gli intenti sonori di questi quattro cani folli.
Sulla medesima linea espressiva si pongono poi gli accenni retrò di The right way, traccia in Rolling Stones Style, e la trainante It’s the only thing, porta di osservazione su un inevitabile moshing. Un semplice e travolgente groove che istiga ad un istintivo e liberatorio pogo.

A portarci poi verso l’uscita è la straordinaria implosione espressiva di Psychedelic Earthquake, scossone sonoro in cui l’impronta prog viene disegnata dal featuring con Nicola Bagnoli che, uscito momentaneamente dal territorio governato dagli Avvoltoi, porta il suo hammond tra le note di un disco che racconta a suo modo un genere di riferimento.

Tracks:
1. Intro
2. Make It Tonight
3. It’s Not Over
4. Girl Of My Dreams
5. I Can Move
6. Point Of View
7. Surf Ride
8. The Right Way
9. It’s The Only Thing
10. Troubles
11. Be Yourself
12. Psychedelic Earthquake