Queen + Paul Rodgers- The Cosmos rocks, recensione

NULL

Say it’s not true. “Dimmi che non è vero”: non potevano scegliere titolo migliore i redivivi Queen per la loro nuova canzone. Il gruppo inglese dell’indimenticabile Freddie Mercury, dopo il remunerativo tour Europeo del 2005, cercano invano di scalare le classifiche mondiali con questa nuova song (che nuova non è, essendo un pezzo già edito qualche anno fa dal batterista Roger Taylor per l’iniziativa benefica 46664 ad opera di Nelson Mandela).

Accompagnati da un nuovo bassista Danny Miranda, dato il forfait del mitico e decisamente più serio John Deacon, e dall’ex voce dei Free e dei Bad Company Paul Rodgers, Brian May e soci camuffano maldestramente, dietro il progetto serio e ancora attuale della lotta all’AIDS, il loro intento di tornare in auge in questa nuova era musicale in cui non c’è spazio per vecchie bandiere ormai ammainate da tempo.

Il singolo, a nome Queen + Paul Rodgers, che è stato tristemente spacciato come il primo singolo dei Queen dal 1998 (ovvero da No one but you), è stato l’antipasto all’album The Cosmos rocks.

Gradevole all’ascolto ma scarso di innovazioni e sperimentazioni tipiche della band londinese, l’album soffre la mancanza di un arrangiamento accurato e sottile, tuttavia mette in luce il timbro vocale di Paul capace di non stancare l’orecchio degli ascoltatori più raffinati ─ come lo sono i fan dei Queen ─ abituati alla meravigliosa voce mercuriana.

Tra i vari brani di chiaro stampo rodgeriano (Time to shine, Still burnin, We believe, Vodoo ecc.) si insinuano tre brani vecchio stampo Queen: Clebrity, metallo pesante dei bei tempi di May; Small, acustico dolce e raffinato, e il già citato Say it’s not true.

Mentre in Italia, come già in Inghilterra, impazza il musical ideato da Ben Elton We will rock you che sta facendo sfaceli, i fan di tutto il mondo si dividono tra l’euforia di poter ascoltare nuovamente le schitarrate del sempreverde May e il tradimento nei confronti di Freddie, l’anima dei veri Queen.