Spectre “1984 movies”, recensione

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“Ma Spectre chi? Il dj produttore di musica elettronica?”
“Si perché?”
“Ma sei impazzito? Tu che scrivi di techno house?”

Ecco il dialogo che ho avuto poche ore addietro.

Il perché di questo mio nuovo approccio musicale lo scoprirete (se avrete l’interesse a proseguire la letture) tra poche righe, anche perché ora il tempo tiranno ci riporta immediatamente verso un suono cupo, profondo ed androgino, con il quale ha inizio l’electro (proto-funky) degli Spectre, mostro sintetico in cui la tech house gioca con sonorità decisamente passatiste, in grado di recuperare il synth sound di metà anni ‘80, quando John Carpenter mostrava il suo talento compositivo.
Riprendendo l’informale incipit, in effetti, mai e poi mai avrei pensato di voler recensire un disco sui generis e lo penso mentre scrivo, cercando un razionale perché. La motivazione la ritrovo in maniera istintiva nella visività onirica di passaggi reiterati e ipnotici, ben definiti da una tridimensionalità sonora che trova in Overdrive un reale apice narrativo; decise sfumature differenziate che mostrano un sentiero meno elitario di ciò che si possa pensare. Infatti, non vorrei apparire blasfemo, ma proprio alcune di queste tonalità non si collocano certo troppo lontano dagli istinti noisy, anche grazie ad habitat aggressivi e fagocitanti che si fanno meno avvolgenti nella semplicità espressiva di 1984 movies che (non ho dubbi) farà ballare i neuroni di chi ama questo genere di musica.

Soggettivamente parlando, però, la strada più oscura di Lust riesce, a mio avviso, a disegnare itinerari meno eightees, abbandonando citazionismo nerd, per dare spazio all’inquietudine battente di un criptotribal pronto a lambire rumorismo industrial, qui inquinato da aperture melodiche che, pur modulando un piacevole svolgersi, finiscono per desertificare un’ottima idea iniziatica.
A dare conclusione all’opera DIY di Spectre sono infine gli spigoli dichiaratamente demodé di Oh!Eh!, in cui lievi percezioni “Smack my bitch up” si uniscono ai percorsi Daft Punk, metro illusorio di un disco che ho avuto il piacere di recensire semplicemente per l’insana ed incoerente voglia di esplorare nuovi territori fertili e ossessivi.

Tracklist
1. Electro (Remix)
2. Overdrive (Remix)
3. 1984 movies (Remix)
4. Lust (Remix)
5. Oh! Eh! (Remastered)