Tommi e gli onesti cittadini “Mind Kontrol Ultra”, recensione

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Ho pensato molto a come dare inizio a questa recensione, perché il disco di Tommi e gli onesti cittadini è un disco “particolare” che sarà amato (per lo più da una fascia di età post adolescenziale) a patto di accogliere le sfumature di una vocalità che a tratti può apparire eccessivamente costruita…similmente alla svolta che Piero Pelù ebbe entrando nel mainstream. Infatti, proprio la linea vocale della band sembra essere un vero e proprio marchio di fabbrica in grado (nel bene e nel male decidetelo voi) di rendere immediatamente riconoscibile lo story telling di un disco pensato da chi ha vissuto il mondo sonoro di Pornoriviste, Sbirri e Discomostro.

L’LP marchiato Freak&Chic e Artist First arriva a noi attraverso le trame distributive della sempre attiva Lunatik per dilettarci con 12 tracce ricche di ironia, citazionismi e rock vestito di punk rock, qui inteso in senso impuro, inquinato da ballad (inevitabili) e stilemi differenziati, ideali nel dare alla band una credibilità anni ’90.

Il nuovo disco, infatti, sembra volersi dare una diversa attitudine rispetto alle opere precedenti, sviluppando una moderata, ma evidente necessità esplorativa che non sempre colpisce il bersaglio, ma che inevitabilmente ancora il proprio trait d’union con la matrice espressiva del proprio passato.
Tommi e gli onesti cittadini giungono così ad offrire a vecchi e nuovi fan l’ironia e il geniale sarcasmo di Vasco al Telos, puzzle concettuale in cui ritmiche piacevoli rimettono in pista il primo vero passo falso del nuovo full lenght: Non ti avvicini, pessimo (scusate l’assenza di filtri) incipit in grado di mettere in pericolo il buon lavoro compositivo della band. Quel “nanannnana” iniziale, infatti, assieme ad alcune forzature narrative finisce per indispettire e rendere più debole un disco che inizia a raccontarsi solo dopo qualche ascolto. Un disco che arriva a toccare in maniera ingenua e superficiale tematiche sociali ponendo (e questo è a mio avviso un merito) strutture narrative sul piano della semplicità proprio come riuscivano a fare a loro tempo i mitologici Punkreas e i furono Persiana Jones.

Il sound, a tratti strappato, giunge (addirittura) a sfiorare il mondo punk-Oi, non dimenticando la scuola Clash celata dietro ad alcune strutture portanti pronte per l’Apocalisse, interposta tra angelo Cippa e Mike Dirnt. Se poi Nei Tombini le certezze scricchiolano, le good vibration tornano con Note selvagge, definita da un semplice e piacevole riff iniziale, dettato da un ritmo in battere che imposta l’andamento deja ecu, qui pronto a virare verso un classico rock di Velenoveleno e verso il punk rock danzante di Hey Alenia.

Tracklist

1. Non ti Avvicini
2. Sole Folle
3. Vasco al Telos
4. Apocalisse
5. Oggi Domani
6. Nei Tombini
7. Kim Jong-Un
8. Note Selvagge
9. VelenoVeleno
10. Hey Alenia
11. Due Come Noi
12. Il Tempo della Velocità