Alessandro Angelone “Stars at dawn”, recensione

Non mi piace la cover art, non mi piace né il back né l’inlay, mi piace la scelta del digipack…ma non è questa “La chiave” giusta di lettura con cui approcciarsi a Stars at dawn, perché ciò che realmente mi piace (e mi è piaciuto sin da subito) è l’attitudine espressiva ed il suono delle corde solitarie del compositore, che sembra avere il merito di raccontare storie brevi, osservative e a tratti sognanti (Dreams). Un suono pulito e descrittivo, che (perdonate l’ardire) a tratti mi ha riportato alla mente la naturalezza sonora di Randy Rhoads…ma forse esagero.

Si Chiama Alessandro Angelone ed è di certo giovane e a tratti acerbo, ma alle mi orecchie è parso avere idee chiare e pulite, proprio come le note di un album da vivere nel silenzio di un giardino estivo, tra bellezza e pacatezza (Plot twist).

 

 

L’opera, promossa da Music Forse, viene complementata da due riuscite, ma al contempo avulse rivisitazioni di You are not alone e Love never felt so good di Michael Jackson, che mostrano emozione e tecnicismo, qui al servizio di un disco (grazie al cielo) poco radiofonico.

 

Tracklist:

  1. Intro
  2. The key
  3. Dreams
  4. Leaden heart
  5. Night
  6. Plot twist
  7. You are not alone
  8. Rayn
  9. Love never felt so good
  10. Certainties
  11. Stars at dawn