Simone Maccabiani: un canto per la nostra Madre Terra

Decisamente lo-fi, casalingo e quotidiano, nella resa estetica come nella produzione del suono… come nella lirica così come nel modo di pensare al messaggio. Simone Maccabiani pubblica un brano dal titolo “Cambiamento climatico” e i riferimenti sono diretti e sfacciatamente prioritari su tutto il resto: un canto laico, una preghiera alla Terra, all’uomo, alle nostra violenze quotidiane che diamo senza sconti all’ambiente. Con un brano simile dobbiamo accantonare l’estetica e pensare al cuore del suo messaggio…

Un nuovo brano… da dove nasce? Qual è il vero quid dell’ispirazione visto che il problema è sulla bocca di tutti da anni?

Il brano nasce da una profonda consapevolezza che la terra sia un valore da preservare, perché essa ci dà le sue bellezze e permette la vita, forse anche condizionato da situazioni ammalate che ogni giorno nuocciono sempre di più ma non fanno rumore come lo sanno fare le mode del momento, ciò mi fa male.

E la pandemia come e quanto ha influito sulla scrittura?

La pandemia direi che in fatto di musica non ha influito, anzi mi sono dedicato molto in casa al giardinaggio e ho riempito la casa di piante che di cui mi occupo ancora oggi! Da lì l’amore per il verde si è fortificato! Poi l’anno successivo, il 2021, quando le cose andavano meglio ho ricominciato a frequentare la natura, ed è nata la canzone, è stato un brutto periodo di sofferenza e la scrittura ne ha risentito.

Un video semplice, assai lontano dagli standard di oggi: una scelta precisa?

Devo dire che anche per il video ho scelto la semplicità lontano dalle mode, perché in essa ho trovato l’intera essenza del progetto. In quei posti, vedere quegli animali liberi, una natura un po’ bella e un po’ inquinata, penso che non sarebbe stato il suo abito se avessi fatto qualcosa di più commerciale, forse il timore di non riuscire a trovare un video che la rispecchia mi ha indirizzato a questo.

E questi luoghi? Sono i luoghi della tua infanzia, della tua quotidianità…?

Diciamo che i luoghi fanno parte della mia vita, dove trascorro le estati, la mia campagna dove quando pedalo il sabato mi regala sempre emozioni che poi quando ritorno a casa spesso diventano musica. È un angolo di terra distante dall’urbanità dove trovo una dimensione molto piacevole a cui ormai non posso più fare a meno.

E in qualche modo vedi i frutti di questa violenza sul clima?

In questi luoghi, purtroppo, ci sono progetti che cancellerebbero questa parte di verde, come il depuratore del Garda a un paio di chilometri, mi capita di raccogliere pesci morti dai veleni che scaricano nelle acque. Trascuranza e cattiveria verso questi luoghi meravigliosi che io non riuscirò mai a capire, anche se il progresso e le necessità sono grandi pilastri, ma che non si sanno sposare con il bene per la terra.