DORALE: il rap, la strada, la nuova musica italiana

Esordio per Dorale, al secolo Alessandro Fiorenzoli che firma con la label OLD SKUUL Records un primo lavoro personale dal titolo “Immaturo” che cerca di fotografarla questa vita, partendo dalla sua umile dimensione di artista nascente, immaturo come ama definirsi dal titolo, che invece sfoggia gran scuola dentro il flow, la metrica, quel fluire melodico di bit cadenzati da un’elettronica che molto richiama un sapore berlinese. Concept di lungo metraggio, di piani diversi di codifica, liriche esplicite che non cercano il lusso poetico ma neanche la prevedibilità del cemento moderno. Niente mode ma solo spiccate doti di personalità.

Cos’è il rap per te oggi? Che peso sociale e artistico pensi che abbia ancora?
Il rap secondo me sta evolvendo, infatti anche i temi ricorrenti che costituiscono questo genere stanno leggermente cambiando.Sicuramente ancora al giorno d’oggi ha un peso sociale molto rilevante. Se così possiamo dire le sue sottocategorie più ascoltate oggi sono la trap è la drill. Entrambe prendono spunto dai fondamentali del rap per poi andare in due direzioni diverse sia tecnicamente sia a livello di contenuti.

E secondo te perché oggi non si fa che parlare di rap? Cosa determina una moda?
Oggi si parla molto di rap perché è diventato il genere musicale preferito dai giovani, per le tematiche, per il ritmo e soprattutto per via della moda. La moda è un concetto molto vasto, a mio parere la moda non è sempre data da ciò che è bello, ma dalla capacità delle persone di farci coinvolgere e convincere. Io personalmente sono contro la moda, preferisco distinguermi che omologarmi è sempre per questo motivo non mi definisco un rapper.

E qualcosa che poi diviene moda, ha lo stesso peso di prima o diviene violentata nella sua morale?

Ciò che diviene moda a mio parere perde del suo vero valore, perde dell’unicità che crea il desiderio.

“Immaturo” perché è da li che parte giusto? Posso chiederti perché?
Immaturo parla di mode e di cliché, delle cose già viste e della voglia di omologarsi per sentirsi all’altezza. La ricerca di un giusto, un vero, un bello, ma secondo chi? Chi ha davvero il potere di stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato, l’unica cosa che possiamo affermare è che soprattutto l’amore è soggettivo e non ci sono linee guida generali.

E se parte da li, poi dov’è che pensi sia giunto?

Come l’amore immaturo è molto da interpretare non vi è un vero e proprio punto d’arrivo, la mia visione potrebbe essere uguale o totalmente diversa dalla visione del pubblico, dato che si è costruita su esperienze più o meno simili rispetto a quelle delle altre persone, ed è stata vissuta da me con il mio carattere e i miei principi.