LANNO: esce “La materia oscura”, il terzo video

Avevamo incontrato Giuseppe Lanno in questo suo nuovo progetto personale, 2 brani pubblicati in rete a cui sono seguiti i relativi video, com’è ovvio aspettarci da un artista come lui che prima di tutto conosciamo per il suo mestiere di videomaker. Esce il terzo singolo, “La materia oscura”, il terzo video… nel pieno stile di questa scena indie-pop digitale, Lanno si muove benissimo dentro soluzioni melodiche per niente scontate e immediate, viscose ad un primo ascolto, complice anche liriche mai dirette ed ovvie ma sempre alla ricerca di dettagli preziosi. “La materia oscura” è la sua terza prova pubblica in cui fa una disamina della materia oscura che circonda ognuno di noi, ogni cosa, che vive nell’etere… strofe silenziose, introspettive vengono alternate a lunghi momenti strumentali come incisi dove un bit circolare ci riporta inevitabilmente alla società tecnologica degli anni ’90. Canzone raffinata quella di Lanno. Canzone davvero poco pop(olare).

Un progetto che ti vede in prima persona, come artista prima che come ideatore di videoclip per gli altri artisti. Tornando alle tue origini, anche prima di queste nuove canzoni, quand’è che Giuseppe Lanno decide di scendere in campo personalmente? C’è qualcosa o qualcuno che ti ha fatto decidere?
Non ricordo il momento preciso in cui ho deciso di mettere le mie mani su ciò che mi circonda e che sento dentro. Tutto sarà avvenuto quando sono tornato da Los Angeles, città in cui ho studiato sceneggiatura. Quello dello sceneggiatore non è per niente un percorso semplice e così ho cominciato a creare immagini. Mi sono trovato bene, ho capito che ne traevo continuo piacere. Quindi è successo nel momento in cui stavo provando a mettere in dubbio le mie scelte. Sicuramente l’ambiente in cui ho coltivato le mie amicizie a Palermo mi ha spinto ad aprire la mente, tanti artisti tra musicisti, pittori e scrittori. Ci sono indubbiamente delle persone, due artisti, determinanti per la mia crescita: Simona Norato (musicista) e Francesco Murana (regista, fondatore di Melqart Productions)

E venendo ad oggi, è inevitabile non chiederti che ne sarà d questi 3 brani… troveranno “compagnia” presto?
Sì, appena il mondo tornerà alla normalità e sarà possibile incontrarsi registrerò altri singoli. Sono già in cantiere.

Il nuovo ed ultimo estratto è “La materia oscura”. E penso che il video sia perfetto per raccontarci di questa materia “inesistente” che c’è tra di noi… com’è nata l’idea?
L’idea del brano nasce dalla visione di un documentario sull’argomento. Mi lascio affascinare dalla divulgazione scientifica, mi piace trovare paralleli pratici nella vita emotiva. L’idea del video nasce da un pomeriggio in piscina con la donna che vedete nel video. Lei, che è veramente un pianeta che osservo, nuotava da sola, tra la gente, lentissima e pura. Cambiava direzione spinta non so da quale pensiero finché poi, dopo il suo isolamento emotivo, si è diretta verso di me. Lì ho capito che quello era il mio video.

Penso, ed è un pensiero tutto mio, che i video abbiano un impatto maggiore sulla comunicabilità delle canzoni più che delle canzoni stesse. Non trovi?
Nella società dello spettacolo è totalmente plausibile che un’opera visiva legata a una canzone risulti più impattante della canzone stessa a livello comunicativo. E per quanto possa essere un aspetto che favorisce il mio lavoro da regista, in realtà è una cosa mi spaventa. Ammettendo il fatto che il video di una canzone possa essere più bello della canzone ed è più una questione di gusto in cui è difficile dibattere, io non riesco a concepire l’idea che un video, quindi un’opera personale, non estenda il significato dell’opera su cui si appoggia per nascere, sia anche per pura commissione. Trovo problematico l’approccio delle cose “fatte per farle”. Nulla è necessario, tantomeno il mio lavoro. Una canzone è una canzone e dovrebbe funzionare da sola, se non lo fa è perché è brutta. Che abbia un video pazzesco personalmente non è motivo di interesse. Mi rendo conto che è un ragionamento anti-commerciale rispetto al mio lavoro, ma è un punto fondamentale su cui cerco di costruire la mia onestà.

E guardando al futuro? Quanto sarebbe importante per te avere un altro occhio che racconterebbe i brani con un video, magari con una pittura, magari con altro…? Non pensi che nel fare tutto “da solo” si rischia di restare fermi dentro se stessi?
Credo che sia una questione di felicità. In questo momento mi rende felice cercare di unire le mie dimensioni per trovare un senso a quello che sto facendo. Sono sicuro che a un certo punto mi piacerà l’idea di trovare un senso anche attraverso gli occhi di altri. Potrei dire una corbelleria, ma non penso che esista artista che non abbia avuto un confronto nella propria vita, un momento anche velocissimo in cui quello che lui ha fatto non sia stato nelle mani di qualcuno anche solo per verificarne il potere. Credo che avrò la voglia di farmi declinare da qualcuno, anche per mettere alla prova la mia disponibilità in tal senso, la mia coerenza con quello che dico. Non lo so cosa si rischia a far tutto da soli, forse si rischia di annoiarsi e questo mi sembra già un pericolo non da poco.