“Axforismi” J-Ax

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Tamarro, nerd e popular. Con questi tre aggettivi sembra volersi definire Alessandro Aleotti, meglio conosciuto al volgo con il nom de plume di J-Ax, voce di quella prima ondata rap che travolse l’Italia delle charts con Messa di Vespiri. Accusato di essersi venduto al mainstream, il cantore milanese ha saputo mantenere calma, professionalità ed inventiva, senza alimentare inutili dissing, ma al contrario arrivando ad una rappresentazione di sé piuttosto fuori dalla norma. Un personaggio scomodo, invadente… talvolta invasivo, che ha saputo partire dal basso per ergersi al successo attraverso intelligenza graffiante ed opportunismo accorto.

Personalmente non ho mai troppo amato il personaggio di J-Ax, davvero troppo tamarro per i miei gusti, ma oggi, grazie alla mia piccola bimba di cinque anni, fan da prima fila di The Voice, dopo anni di oblio mi sono riavvicinato al cantautore, riscoprendolo diverso, proprio grazie ai riflettori televisivi che ne hanno restituito un bizzarro e sensibile uomo tatuato. Un ossimoro umano, in cui mi sono riconosciuto anche grazie ad un aspetto duro e poco raccomandabile, dietro al quale si nasconde un uomo ironico e sensibile, che ha innestato in me un curioso meccanismo di transfert.

Così, oggi, mi ritrovo a commentare Axforismi opera buffa nata (forse a tavolino) dall’ironia dissacrante del rapper. Il libro, che probabilmente sarà stroncato da molti solo per presa posizione, racconta attraverso aforismi e motti il cosmo che gira attorno al ex Articolo 31. Un viaggio veloce in cui ritroverete sentieri metaforici, similitudini ardite ed arzigogolate venature istrioniche che, quasi sempre oltre le righe, racchiudono la genuinità di un artista arrivato oggi a sfidare l’industria musicale con Newtopia, neonata label indipendente.

Il libro, edito da Mondadori, si offre a fan e detrattori attraverso un originale e riuscita cover art curata da Pino Sartorio, in cui l’immagine del rapper capeggia su di un opaca e semitrasparente copertura, pronta a rende piacevole l’impatto visivo del formato smemorandiano. Un accurato approccio grafico, perfettibile solo nella scelta delle cornici finto-retrò che accompagnano gli apoftegmi folli, divertenti e divertiti dell’autore, pronto a sparare (talvolta a salve) su tutto e tutti. Le abbondanti 300 pagine sono infatti organizzate seguendo tematiche differenti. J-Ax si offre mediante argomentazioni legate alla politica, all’adolescenza, alla moda, al cinema, alla sua Milano e (inevitabilmente) all’esperienza televisiva, trascinando a sé impatti dispotici contro Coldplay, Povia, Simply Red, l’industria musicale e la tv stessa, giungendo talvolta a far trapelare le proprie insicurezze. Tra le righe troverete, inoltre, l’anelata autostima, Johnny Cash, il buonismo di Mollica e le PinUp anni’50, raccontate attraverso un linguaggio diretto, talvolta populista che si riveste di abiti nuovi mediante modalità spesso argute e deliziosamente underground.

Dunque un compendio di sarcasmo poliedrico che, tra favolose citazioni Big Bang Theory, rimandi Breaking Bad e anti-vegetarianismo ardito, ci offre pillole di giocosa realtà.