Iron Maiden. Tutti gli album. Ediz. illustrata

In qualunque momento tu diventi fan di un gruppo, le canzoni di quel periodo avranno sempre un significato speciale per te.

Paul Stanley.

 

Dopo qualche anno Il Castello torna a parlare di una delle più influenti metal band di sempre: gli Iron Maiden. Il gruppo del West End, già protagonista dell’ottima biografia unofficial di Neil Daniels, torna tra le pagine dell’editore milanese con un volume imprescindibile, pronto ad analizzare tutti gli album di una discografia in grado di coprire un lasso di tempo vicino ai 40 anni.

L’analisi degli LP, curata da Martin Popoff, vera e propria penna sacra del metal, viene definita mediante un riuscito brainstorming che l’autore disegna assieme a voci conoscitrici della Vergine di ferro. Infatti, i narranti, proprio come se fossero seduti davanti ad una pinta del Cart & Horses, si ritrovano a discutere liberamente, intrecciando e ricamando opinioni, sensazioni e ricordi, qui posti all’interno di un viaggio cronologico, perfetto nel raccontare evoluzioni, involuzioni, cambiamenti, errori e successi di una band immortale.

 

 

Il libro, tradotto da Riccardo Vianello, ospita (infatti) 15 guest star tra le quali ritroviamo Nita Strauss, Blaze Bayley, Rich Davenport, Marty Friedman e Tim Handerson, che si alternano nella avvolgente narrazione. Sarà così che il lettore, immerso nel grande formato del volume, avrà modo di rivivere un’epoca straordinaria tra eventi, retroscena e curiosità. Un viaggio lungo 256 pagine all’interno delle quali si potranno ritrovare le divergenze tra Di Anno ed Harris, il devastante World Slavery Tour, il tonfo creativo di No Prayer e Virtual XI oltreché l’evoluzione (o se preferite l’involuzione) di un Eddie a tratti appiattito e deformato dalle workart di inizio 2000.

Il libro, a parer mio imperativo e di assoluto interesse per collezionisti, fan e curiosi, apre un riuscito sguardo sui Maiden attraverso ad una struttura estetica in cui l’aspetto contenutistico va bilanciarsi con quello emozionale, anche grazie di un’infinita serie di immagini a colori che permettono a chi c’era e a chi avrebbe voluto esserci di entrare in un passato innegabilmente maestoso.

Quindi…non abbiate dubbi, se siete arrivati a leggere la recensione, questo è un libro che fa per voi.

Up the Iron!