La chance su Marte. Incontri Ravvicinati, recensione album

Estate 2016, ad Ancona vede la luce una nuova realtà musicale: La chance su Marte. Figli della contemporaneità, l’ensemble racconta se stessa tra citazioni e rimandi filmici che si nascondono nel songwriting di un disco che parla di sé sin dal titolo.

Ad aprire la nuova release è King Kong, un anthem impeccabile, in grado di raccontare con semplicità lo stile e le intenzioni della band marchigiana, pronta a  spingere il proprio indie pop rock verso l’unione tra il mondo degli Zen Circus e quello Motta. L’album, promosso da Alka Records, racchiude otto brani intelligenti e ben strutturati attraverso un mood radiofonico (Capoeira) e trovate stilistiche “gazzelliane” (Robin Hood), in cui  trapelano sentori Tommaso Paradiso oltrechè l’arte di Coez (Sono contento così), le cui venature convergono in Ancora una volta, traccia che, con il suo drumming vintage, offre la giusta indicazione per emergere.

Fossi Pasquale di Molfetta un ascolto al disco lo darei.