7h target “Psy slam damage”, recensione

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Dopo qualche tempo torniamo nel tempio gore della Coyote Records, vitale brutal label ormai da anni punto di riferimento per l’estremizzazione malate del metal più estremo. Dal sanguinolento catalogo della label russa, estraiamo oggi il nuovo violentissimo lavoro dei 7 H.Target, band di Nizhny Novogorod, dedita al più classico Technical Brutal Death metal.

L’album, sezionato in un doppio side dal sapore vinilico, offre all’acquirente un prodotto curato nei minimi dettagli. Un disco in grado di andare ben oltre alla serigrafia sul lato chiaro del cd stesso. Infatti, a far iniziare il disco, ancor prima delle complesse partiture offerte dalla band, è l’opera grafica di Daemorph (Evil art Dominion), favoloso dipinto ricco di rimandi subliminali e giochi grafici. A questo si aggiunge un booklet che, pur essendo ben strutturato, si perde in qualche dimenticanza strutturale, tra formattazione azzardata ed session fotografiche perfettibili.

A trascinarci all’interno dell’ audio-psychosis and live adrenaine proposto da questa breve e violentissima percossa sonora, è la voce di Matteo Bazzanella, frontman gutturale di questo sestetto brutal, che fa delle sue sonorità un intreccio carico di sfumature. L’album, suddiviso in due sezioni, parte dal presupposto di perseguire le concettualità oscure di due cult movie: Videodrome di Cronenberg e Tetsuo: the iron man di Shinya Tsukamoto. Le sensazioni narrative di questo Psy Slam damage partono (infatti) proprio dalle gradazioni inquietanti delle due pellicole, percorrendo l’atroce trait d’union rappresentato da una tecnocratica ed aberrante mutazione della carne. Una sinergia fisico-strutturale tra tecnologia e uomo, vittima consenziente di mitizzazioni futuristiche ed innesti estremi, ben definiti dal cd-back stesso, ricco di visionarie deviazioni.
Ad aprire il secondo full lenght della band è proprio il sampler estratto dal mondo di Max Renn.

Mentre le allucinazioni giocano con la mente del protagonista, la musicalità del combo inizia la sua devastante aurea con Videodrome with 7 hz music, iperviolenta traccia che, oltre ad avere una concettualità ripresa e definita attorno alla classicità brutal, offre piccoli spazi di sviluppo, appoggiati su un uso del blasting molto rude e su piccoli accorgimenti musicali, che riportano le sensazioni angoscianti e futuristiche di Cronenberg, attraverso linee dall’interessante distorsione. La ridondanza e l’inquietudine della seconda parte matura poi attraverso enclave armoniche che, tramite l’utilizzo di un approccio cripto black ci ospita tra le note di Granade in the hand. Il suono delle veloci bacchette dell’incipit da inizio ad uno tra i brani migliori dell’album, in cui l’ottimo lavoro alle 4 corde si resetta su citazioni e rimandi dai risvolti filmici. I cambi direzionali e improvvisi stop and go si alternano poi ad un interessante dialogo tra voce e chitarra, pronto ad ospitare inattese atmosfere industrial e cripto noise.

Proprio la ricerca della voluta tecnocrazia si affianca alla brutalità di Gun-in-cunt,la cui crudeltà narrativa è ben metaforizzata da sanguinosi sviluppi in back voice. Il riffing corposo appare al pieno servizio di un incredibile testo, che ci trascina al lato b del breve disco.
Se poi Tetsuo Rising non convince appieno, le affilate corde tornano con Metro Tetsuo Vs. Woman Psy Slam Damage, il cui terrore accelerato definisce una nomalo intreccio al dna musicale della band, pronta a virare nell’ossessività di Mindestroyer dance, battente atto di chiusura di un disco che porge originali riflessi nel marasma Brutale e tecnico.