Aerodyne “Breaking Free”, recensione

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A guardare le foto session…sembrano usciti dagli anni 80. Atteggiamento, attitudine ed estetica perfettamente in linea con quel magico periodo in cui il metal fioriva nelle sue diversificate tentazioni. Osservando il booklet, che, nonostante una scarsa leggibilità del font risulta ottimamente curato da Johan Bergman, si ha l’impressione di essere catapultati nel mondo hard rock di quegli anni, non solo per un labile richiamo al monicker degli Airbourne, ma anche e soprattutto per gli influssi sonori che avvolgono questa nuova release.

Ma facciamo un passo indietro.

Si chiamano Aerodyne e dalla natia Gothenburg arrivano cavalcando sentori Cinderella, Whitesnake e Def Leppard. Un debutto in grado di sorprende con la semplice mescolanza di glam, sleaze e hard Rock. Dieci buone composizioni, in cui la scorza patinata viene abbandonata in favore di ruvidità e genuinità epurata da artificiosi dettami modernisti, inseguendo con candore proprio l’arte del vero rock.

Licenziato dalla Street Symphonies Records-Burning Mind MusicGroup, distribuito in Italia da Sound Treak e promosso da Atomic Stuff Promotion, il disco apre lo sguardo sul rock emozionale di As Above, So Below, che richiama in maniera evidente il mondo Mick Mars. Tra guitar solo e animo glam, il quartetto mostra sin da subito la propria indole strutturale, che di certo piacerà a chi sul finire degli anni ’80 seguiva l’evolversi del hard rock. Gli stilemi attesi (Comin’for you) trovano un picco espressivo nella battente aurea di Breaking Free e Aerodynamic, dai cui scaturiscono i reali cromatismi vocali di Daniel Almquist.

Nonostante qualche inevitabile ombra, il disco, che tanto vorrei vedere sugli scaffali in formato vinile, si offre come un concentrato di rock, disegnato da avvolgenti riff (Pedal to the Floor), tapping e back-chorus (Until you’re gone) in grado di ridefinire i contorni delle dita rapide di Johan Bergman, pronto a volgere lo sguardo all’age d’or dell’heavy metal.

A dare chiusura all’ottima release sono infine le perfettibili note di Run Away e Back to Back degno finale di un disco per certi versi semplice e diretto, ma capace di risvegliare (il mio) interesse verso un genere che ho amato nel momento in cui viveva il proprio apice espressivo.

Tracklist

01. As Above, So Below
02. Comin’ For You
03. Breaking Free
04. Aerodynamic
05. Pedal To The Floor
06. We All Live A Lie
07. Until You’re Gone
08. Setting Hell On Fire
09. Run Away
10. Back To Back