Altera “I love Freak”, recensione

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Altera

Non so bene perché, ma non ho mai amato intervistare gli artisti. Finché mi è stato possibile ho evitato ogni forma di colloquio invasivo. Solo in rarissimi casi sono stato io a muovere volontariamente i fili per poter arrivare a chi di dovere.
Tra le persone che ancora devo ringraziare per la veloce mediazione c’è Davide Giancotti, chitarrista degli Altera, a cui devo il mio incontro con il mitologico Freak Antoni, con il quale sono riuscito ad andare ben oltre il concetto classico di intervista, arrivando ad un’amicale e surreale incrocio senza tempo, avvenuto tra i magici ciottoli di Piazza della Giuggiola a Genova.

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Proprio quel piccolo e straordinario angolo del centro storico è stato immortalato dalla cover art di questo nuovissimo I love Freak, album interamente dedicato al leader degli Skiantos, scomparso pochi mesi addietro.

Il disco, realizzato grazie ad un’intensiva campagna di crowdfunding e promosso da Gabriele Lo Piccolo, arriva ad offrire agli astanti un sentito atto d’amore, ricamato su di una serie infinita di emozioni, sviluppate mediante l’utilizzo di forme espressive diversificate, giungendo ad affiancare spoken word, cover e rivisitazioni ardite. Un viaggio tra canzoni, poesie musicate e la teatralizzazione, viatico artistico in perfetta linea con le peculiarità eloquenti del quartetto genovese, da sempre orientato verso quello che viene definito come rock testimoniale.

Il platter si apre con Badilate di Kultura , in cui la narrazione è lasciata ad Alessandro Quasimodo, alle prese con i sarcastici aforismi di Freak, qui accompagnati dall’accogliente sonorità della fisarmonica suonata da Marina La Torre. Ma solamente con Par-lamento si arriva ad una concreta forma canzone. La traccia, in featuring con Roberto, si presenta come il reale cuore pulsante del progetto, orientato nei suo svariati cromatismi a restituire l’immagine di un piccolo genio. La struttura della track arriva ad offrire un intenso groove basato su di una straordinaria linea ritmica, in grado di fornire un adeguato pattern alla distorsione chitarristica, atta a mostrarsi in maniera climatica come un reale fulcro d’impatto, su cui si delinea la pulizia vocale di Stefano Bruzzone.

Gli stilemi musicali paiono riportare ad un bilanciato approccio ritmico tipico degli anni’80, proprio come accade con il beat intercalato su sensazioni nuove, pronte a giungere nel proprio ego alla citazione diretta di Paese Scarpa, riprodotta in forma di coverizzazione hard rock. Il sentiero musicale ci porta poi tra le onde di Rock Fm e la storica trasmissione Pane, Burro e Rock and Roll , per poi approdare ai cambi agogici di Poetica (2), ad onor del vero non troppo a fuoco rispetto alla riuscita Quasi …Poesia, dominata da una sei corde introdotta da un arpeggio che sembra portare alla mente Angie di Jagger e Richrards. Le emozioni continuano poi con il recital Oh Capitano! Mio Capitano e l’ispirata melanconia di Moriva in me la poesia, straordinario ed amorevole omaggio a Freak. Una garbata poesia in linea con la delicatezza di Soffice e Però quasi, raccontata dal pianoforte di Alessandra Mostacci.
A completare il disco ritroviamo l’elecro mix di Cosa pretendi e la chiosa profetica di Rivalutati dopo morte, cinico e veritiero atto d’accusa verso una società limitata, per la quale non c’è gusto ad essere intelligenti.Ad impreziosire ulteriormente I love Freak gli Altera hanno voluto, infine, inserire una rabbiosa ghost track e tre tracce multimediali, che nella loro sinteticità regalano finestre osservative sulla straordinarietà di Roberto Antoni.

TRACKLIST:

Badilate di kultura
Par-lamento
Radio Freak: abbi dubbi
Paese scarpa
Poetica (2)
Quasi… Poesia
O capitano! Mio capitano
Moriva in me la poesia
Soffice
Però quasi
Cosa pretendi…
Badilate di kultura pt. 2
Rivalutati dopo morte
Arrivederci R. (Ghost track)