Ananda mida “Anodnatius”, recensione

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Tutto appare piuttosto nebulare. Difficile comprendere al primo sguardo…piacevolmente difficile. Così appare il mondo degli Ananda Mida. Un monicker che, al di là del sembrare il nome di qualche potente dio norreno, risulta ostico e angolare. Un curioso ossimoro, il cui contrappasso viene delineato dalla morbidezza delle linee arabeggianti del logo (straordinario) che appare all’interno di una cover art ricca di occulti messaggi, celati dietro a cromatismi assiepati al cospetto di un collage grafico surrealista e visionario.

La band, nata come spin off degli OJM, grazie alla Go down records, giunge al debutto, convogliando la propria matrice stoner verso auree psichedeliche poste tra spazi estremi (che ricordano Astronomy domine) e rimandi grafici che ci invitano a osservare il lato oscuro della luna. Nove Tracce in cui il flusso di coscienza si mostra libero di vagare verso surrealismo e confini lontani dall’atteso.

Così, tra armonie poste al confine dell’easy listening e profondità sonore, la band ci consiglia di percorre note avvolgenti e ben strutturate, proprio come accade nell’overture Aktavas, un rock in cui (con)vivono trasparenti costruzioni stoner inoculate in un rimando sonoro al mondo grunge degli Stone temple pilots.

Le note, forti e persistenti, raccontano di venature blues e richiami anni 70, che, dopo la “jaggeriana” Kondur , ritroviamo nell’efficacia espressiva in Passavas . Da qui si riparte cavalcando un particolare valore ipnotico iniziale pronto a ridefinirsi attraverso cambi direzionali che paiono lemmi al servizio di un disco da scoprire con attenzione. Così, tra echi e riverberi, si arriva alle attese fondamenta progressive, pronte a riallinearsi durante la trattazione sonora che ci invita a godere di una bass line impeccabile, soprattutto nei passaggi “steveharrisiani” di Lunia .

Il giusto mood prosegue infine tra deragliamenti psichedelici e diluizioni lisergiche, pronte ad abbracciare composizioni proto-strumentali e minimalismo espressivo che arriva persino a toccare (con Occasion ) sentori blue grass, innestati in un habitat naturale, significativamente orientato ad un ampio sguardo espressivo.

Tracklist
1.Aktavas
2.Lunia
3.Kondur
4.Anulios
5.Passavas
6.Ors
7.Askokinn
8.Heropas
9.Occasion