As Madalenas, Live in Roma, 19/5/2023

Introduciamo? Introduciamo

La musica popolare brasiliana del novecento, spesso scritta da grandissime penne, ha una storia e un presente che occupano una parte assolutamente peculiare dei gusti, del mercato, del racconto stesso del mondo musicale. La grandezza che le viene riconosciuta -ben poco discutibile a prescindere dalle preferenze di ciascuno- si traduce ogni anno da decenni in tributi, progetti collaborativi e quant’altro in parecchie parti del mondo.

Questo è probabilmente il terreno comune su cui Cristina Renzetti e Tatiana Valle, voci, chitarre, percussioni e autrici di gran parte dei brani del duo di cui andiamo a parlare, si sono incontrate e hanno scelto di fare una strada insieme, arrivata con questo album (prodotto dalle etichette Jando Music e Via veneto Jazz) al terzo episodio in studio ma fatta anche di molti concerti.

Alla casa del jazz, bel posto davvero per la musica a Roma, la serata è stata più che bella perché, almeno allo scrivente, sono apparsi palpabili un calore ed un intimo amore per l’arte e la bellezza che hanno tenuto insieme il pubblico e gli artisti, sul palco ed anche nelle parole che è stato possibile per tutti scambiare a fine live coi musicisti.

Chi ha suonato?

I musicisti, già.

Oltre alle “titolari” del duo, a dar grazia in più alle canzoni c’erano (e ci sono nell’album) Ferruccio Spinetti (produttore artistico del progetto) al contrabbasso e basso elettrico, Roberto Taufic alla chitarra e Bruno Marcozzi a batteria e percussioni. Chi frequenti un po’ di suoni a vario titolo contaminati ha già chiaro che stiamo parlando di un gruppo notevole, a maggior ragione per via del fatto che qui gli aggettivi e le lodi non riguardano virtuosismi da spettacolo pirotecnico ma gusto e musicalità.

Insomma, come dire, le aspettative difficilmente nella vita sono una cosa utilissima, ma in questo caso ci son cinque nomi belli e, insomma, incamminandomi verso il concerto ero “ragionevolmente certo” di non trovare delusioni.

E finalmente parliamo del concerto

Ok, ma la musica?

Buona parte del live è stata dedicata proprio all’ultimo album. Due riuscitissime cover italiane (Coccodrilli di Samuele Bersani e Pigro di Pino Daniele), qualche “ripresa” dagli amati autori brasiliani e molta farina dal sacco del duo, che scrive in bilico sull’oceano con intenzionale ed evidentissimo riferimento al paese che non ripeteremo per l’ennesima volta ma anche con idee che ci riportano in Europa.

L’approccio, l’istinto, l’essenza non sono puramente emulativi, quindi si esce indenni dal rischio che un sano scettico ascoltatore navigato vede all’orizzonte quando si parla di Brasile, cioè il timore di una serata che i fan di David Riondino chiamerebbero “u gegé u gegé”, la riduzione a luna park di una cultura e di uno stile.

Nella proposta di questo duo si sente l’anima e quindi: ok, nessuna rivoluzione sonora in atto, non vogliamo nemmeno vendere quel che non c’è -né lo fanno le autrici-, ma si ascolta un modo di proporsi sincero e di cuore -le due “titolari”, per espressività, umanità e candore nello stare col pubblico al di là della bella musica che portano con loro, strapperebbero un sorriso dall’ultima fila di un teatro lungo un chilometro-, attraverso composizioni per l’appunto non macchiettistiche, curate, con arrangiamenti asciutti a cercare più vicinanza e un gruppo che sa non solo eseguire con grande mestiere, ma anche tenere il suono accanto al messaggio.

Non è poco, non è frequente e ci piace. Molto.