Babau & i Maledetti Cretini “La verità sul caso di Mr. Valdemar”, recensione

Dopo La maschera della Morte Rossa e Il cuore rivelatore, i Babau & i maledetti cretini tonano sotto l’egida de E io PAGO! Records per dare chiusura al terzo capitolo della Trilogia del mistero e del terrore. Infatti, da poche settimane è stata pubblicata La verità sul caso di Mr. Valdemar, terzo vertice di una narrazione coraggiosa e teatrale, interamente dedicata al sapore gothic narrato da Edgar Allan Poe, folle e visionario scrittore maudit.

(Come da tradizione…) Accompagnato dallo splendido packaging, il booklet, curato in ogni suo particolare, offre alla lettura del Fonogramma ricchi intarsi illustrativi di Fabio Ferrario e Francesca Colavolpe, abili nel restituire stili e rimandi di fine ‘800, riuscendo ad immergersi nella fascinazione che il poeta di Boston aveva per il Mesmerismo. Infatti proprio sulle teorie di  Franz Anton Mesmer, si basa questa Testimonianza sul caso del signor Valdemar, estratta dalla band lombarda per dare chiusura al proprio trittico.

Ad dare inizio alla narrazione è un cupo suono dilatato, che dà incipit alla necessaria visione veritiera dei fatti legata a Mr. Valdemar, malato di tubercolosi che, perdute le proprie speranze, si presta ad un esperimento di mesmerismo.

 

 

Le parole teatralizzate si uniscono ad un arrugginito meccanismo, in cui le sonorità si fanno nervose già sul finire della traccia introduttiva. I silenzi, le pause e l’angosciante andamento sonoro ci trasporta verso sensazioni Kyle Dixon, poste sulla via di un climax folle e bilaterale, pronto a definire un meta-teatro strutturato da intuizioni prog (Mesmerismo), in cui ritroviamo le angosce esistenziali del Syd Barrett perduto.

Il sound, chiuso nereggiante, prosegue poi seguendo la Trance mesmerica, in cui giochi rumoristici offrono un’aurea onirica e distorsiva quanto l’ucronica realtà descritta da Poe. Il pathos viene però raggiunto dall’atteso finale e dall’espressività di sprazzi armonici, attraverso i quali le percussioni portano alla mente il mondo di The Piper at the Gates of Dawn. Uno spettro lucido che, spezzandosi all’improvviso, ridà spazio a filtri e minimalismo febbrile (In articulo mortis), posti tra pause e sovrapposizione in grado di restituire all’ascolto un disco da vivere e non solo da ascoltare.

 

Tracklist

Una versione veritiera dei fatti

Diagnosi

Mesmerismo

Trans mesmerica

Dormite sempre?

Articulo mortis

Ho dormito

Sette mesi

Fine