Carneviva

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Ultimamente la (R)esisto (distribuzione e promozione) sta offrendo al mercato prodotti sempre più interessanti. Infatti, rispetto al passato, posso dire di non aver mancato di recensire gli ultimi platter proposti, non certo perché sia diventato più buono, ma perché i dischi arrivati in redazione, ormai da tempo, si sono assestati su di una linea underground che sembra voler raccontare qualcosa di avvolgente, in una modalità costruita e ben definita.

Esempio di questo sentiero ormai conosciuto, sono i Carneviva, giovanissimo power trio bolognese mosso da spiriti alternativi e spezie rock di stampo underground. Uno scheletro musicale, diretto, grezzo e privo di bardature ed inutili orpelli, la cui assenza fornisce all’ascoltatore un focus attentivo su intensità e profondità espressiva. La band, con questo primo extended played, sembra voler enunciare idee (chiare) e ritmiche in accelerazione, in grado di rimuovere dubbi e perplessità, per i quali, in questo EPisodi, non si trova spazio.

Ad aprire l’extended played sono i contenuti sentori “Petula Clarck”, pronti ad avvicinarsi al mondo de Le scimmie, senza dimenticare piccole ed interessanti digressioni alternative. Sonorità stoner, tra rilasci e rimandi, impreziosiscono ed acuiscono la granitica sezione ritmica e la distorsione chitarristica, pronta a racchiudere un mondo a sé. La coda terminale del brano appare definita dal un riuscito vocal clean, linea essenziale per un buon equilibrio tra musica e espressività testuale. Un bilanciamento emotivo e contenutistico che perde parzialmente il proprio mordente nel mondo indie di Primo /Vero. La traccia, interposta tra Verdena e Smoking Popes, durante alcuni passaggi jazzati mostra una sei corde in salute ed un metodico approccio ritmico, mentre le distorsioni finali anticipano l’ottima Un secondo. Con semplici stop and go e distorsioni post grunge ci si inoltra nei meandri di un rock espressivo ed avvolgente, che va a travalicare il mondo Marlene Kuntz con Origami, cuore pulsante di un ep, in cui gli spazi bass line offrono un sentiero tagliato da climax emotivi e cambi direttivi.

Un disco curato nel proprio istinto emozionale, proprio come l’ottimo lavoro di cover art che, intercalando un anima orientaleggiante con la street art, appare in grado di fornire un’immagine efficace ad un esordio che fa ben sperare.

Tracklist:
1. Caro Istinto
2. Primo-Vero
3. Un Secondo
4. Origami