Charme “Modern Times”, recensione

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Attraverso il profilo facebook la giovane band dei Charme si etichetta come ensemble dedito all’acid rock, al cosiddetto shogaze, al mondo psichedelico, alla newwave, al gothic dark rock, al doom e all’elettro pop.
Santo cielo, ho pensato, e dove mi sono perso tutte queste sfumature?
Pur amando etichettare e ritrovare singulti minimali tra le partiture, alcuni degli aspetti auto referenziati proprio non li ho ravveduti. A mio avviso, la pur interessante band Ragusana, non ha molto in comune con il Doom ed il Gothic e, a dirla tutta, almeno ascoltando questo Modern times, ha poco a che spartire anche con la psichedelia. I miei modesti, umili e assolutamente fallibili padiglioni auricolari hanno percepito undici tracce rock dalle sensibili venature new wave normalizzate su sensazioni vocali vicino ai Simple Minds (Come and get alive).

A questo funzionale fil rouge si aggiunge la nereggiante necessità espositiva di rendere cupi alcuni episodi non troppo lontani da sensazioni Cure, proprio come dimostrano la preziosa struttura di Modern times e (per certi versi) Freedom sound, che sembra però mancare della dovuta profondità. Se poi interessante appare l’anima hard rock di Where the love’s gone e i rimandi inattesi a Vince Neil(Bring my love home) è con Storm of change che l’album decolla. Una voce filtrata dalle onde radio introducono la drammaturgia di note diluite tra accenni wah wah e voci stemperate. Un interessante e ragionato climax ottimizzato per il guitar solo, adibito a bridge tra strofa e chorus.

Di buona fattura appaiono poi i rock riff di Let the drama begin, l’aurea deja ecù di Cobra witch e la struttura armonica di Voivod, in cui la batteria legata ad un uso perfetto della quattro corde, si mescola a spunti chitarristici che innestano una sensazione di vacua attesa in piccole dosi noise.
Dunque…un disco che solo a tratti riesce ad incanalare al meglio le proprie idee, finendo per dissipare alcuni spunti vincenti che si trovano, mi sento di poter crede, proprio dietro l’angolo.