Corni Petar

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Avrei potuto iniziare la recensione scrivendo più o meno così:

Una band, nata poco più di un lustro addietro dalla mente pensante dell’ex Shandon Marco Rossi e dalla voce di Giorgio Tenneriello, capace di offrire un indie rock interessante, nascosto all’ombra fantasmagorica di una città croata, il cui significato letterale è Pietra Rossa, georeferenziazione lessicale dovuta ad un legame musicale tra la località e la calda e splendida voce di Giorgio.

Una band rafforzata da un intenso periodo live ed avviata grazie al supporto attento di Mr Olly…”

…e qui mi fermo, perché un incipit di tal stampo mi risulta oltrechè banalizzante ed indigesto, anche ridondante e abbarbicato su schemi prefatti…

Lascio perdere…perché preferisco andare al nucleo di “Ruggine”, un disco che, come il metallo blandamente inverminito, porta con se un sapore di vissuto, di antico e caldo trascorso, tanto inteso quanto emotivamente trainante. L’indie rock che l’ensamble propone risulta incavato di pop energico, stabile e mai banale, grazie anche alla magnifica voce di Tenneriello, incantatore vocale assestabile senza troppi problemi nell’olimpo delle grandi voci alternative. La sua vocalità greggia e genuina riporta alla mente le linee di Marco Cocci e dei suoi Malfunk, per disco d’esordio, offerto in download gratuito e curato alla perfezione nella sua accattivante veste grafica, che racconta di arrangiamenti piacevoli e garbati, grazie anche all’intervento edotto di Taketo Gohara già producer dei Verdena, Lombroso, Edda.

Un disco di cui si invaghisce piano piano, ogni ascolto sembra portare qualcosa in più, un laterizio dopo l’altro, atto a costruire un edificio sonoro di buona qualità, attraverso le diversificate vie del rock. “Ruggine”, oltre ad offrire all’ascoltatore la punkeggiante cover (senza infamia e senza lode) “Rebel Yell” di Billy Idol, realizza una completa panoramica sonica del rock italiano, attingendo solamente dalle cisterne dorate della scena, riuscendo a raccontare al meglio brani essenziali come “Universo”, traccia fondamentalmente melanconica e canicolare, espressa al meglio da una ritmica di base, assoli semplici e ben cadenzati e da un groove accattivante, climatico ed essenziale. Sulla stessa linea “Le distanze”, alternative rock Marlenekuntziano, in cui la linea di basso domina una sezione ritmica precisa, battente e fervida. L’iter musicale prodotto dall’opera prima è a tratti invidiabile, all’ascolto non sembra di essere di fronte ad un debut, in quanto maturità compositiva ed esecutiva sembrano apparire già discretamente sviluppate, come dimostrano le ammalianti note di “Candida”, traccia impeccabile quanto “In fondo ad una bugia”, colonna sonora di nuvolosi meriggi di inizio estate.

Insomma un disco che piacerà, e che, se sarà baciato dalla fortuna potrebbe emergere come è più di fenomeni presunti del panorama italiano.

Tracklist

magnolia
universo
un’ottima annata
candida
vorrei dirti
rebel yell (billy idol)
le distanze
in fondo a una bugia
ruggine
il modo migliore
frammenti d’estate