Dino Massa – Strani effetti della globalizzazione sulla musica afroamericana: uh’anema

La copertina del cd

Prosegue, con questa recensione, il viaggio di Music-on-TNT nell’anima italiana del jazz, un’anima che è fatta di impegno, condito di leggerezza, di solarità, temperata da una vena di sottile nostalgia: una magnifica miscela che rende a mio avviso molto del nostro jazz seducente e ben lontano dalla mera imitazione delle forme e degli stili d’oltreoceano.
In questo fascinoso panorama si inserisce la musica della Piccola Orchestra Dino Massa che propone, in questo disco intitolato ironicamente “Strani effetti della globalizzazione sulla musica afroamericana: uh, anema”, otto solari brani di jazz italiano DOC ricchi di contaminazioni (effetto della globalizzazione, appunto!) fra il classico e il popolare.

Dino Massa è un pianista napoletano appartenente alla generazione dei quarantenni, che tante soddisfazioni sta regalando in questi anni, e svolge attività concertistica sin dal 1984, ha al suo attivo già nove incisioni realizzate fra il 1994 e il 2007, è diplomato in composizione e in pianoforte ed ha studiato musica jazz con il famoso contrabbassista Bruno Tommaso.

La compagnia che costituisce la “Piccola Orchestra Dino Massa” che ha registrato quest’ultimo disco, è composta da sette elementi: Flavio Dapiran (tromba e flicorno), Claudio Cardito (sax alto), Giulio Martino (sax tenore e soprano), Lello Carotenuto (trombone), Giacomo Pedicini (contrabbasso), Claudio Borrelli (batteria).

Il cd è ben confezionato e scorre con grande facilità, i brani sono trascinanti la musica è calda e accattivante.

Dino Massa ha una sensibilità particolare, ricorda Bill Evans nei suoi abbandoni lirici, e questa qualità fornisce un’impronta all’intero lavoro.

Elegante, discreto, solare sempre estremamente gradevole Massa è il punto focale di questa registrazione; i momenti di piano solo e quelli in cui svetta la classica formazione del trio (piano, contrabbasso e batteria) sono quelli che, senza esitare, sceglierei come i migliori del disco. In particolare “To Birthday You Happy”, che contiene un lungo elaborato assolo di pianoforte, e “Skriabin”, votato a reminiscenze classiche, entrambi composti dallo stesso Dino Massa, mi sono sembrati i brani più riusciti.