Dionisio Folk Band

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Arrivano dalla periferia di Napoli e portano il nome di quella divinità benefica rappresentativa di energia naturale e felicità. Fedele al nome, la band sprigiona ritmo e groove, dedito al classic combat folk, attraverso le 12 tracce di un full lenght d’esordio, caratterizzato da altalenanti riscontri. “I testardi fiori della speranza” infatti, da un lato raccolgono un compendio folk rock di tutto rispetto, riuscendo nel non facile intento di evitare i più classici clichè stereotipati del genere, ma dall’altro, nonostante i tentativi di uscire in un diversificato terreno sonoro, non riescono a conquistare sino in fondo.

Il pregio della Dionisio folk band è senza dubbio quello di riuscire a viaggiare attraverso modificate sonorità, in cui l’ascoltatore, senza troppe ridondanze e loop tipici del genere, attraversa lande desertiche e verdi colline irlandesi.

Pur riconoscendo alcuni limiti sulla linea vocale, l’impeto compositivo dell’ensemble riesce sin dal primo ascolto a conquistare gli amanti del genere, toccando temi sociali di ampio respiro e raccogliendo idee e sviluppi di stampo letterario ed antropologico, all’interno di una buon opera di songwriting, solo a tratti pretenziosa e troppo costruita.

L’album si apre con una delle composizioni meno felici dell’album “La ballata dei buoni propositi”, che, con il suo allegro ritmo MCR, offre un cantato poco armonico e troppo poco definito, a differenza di una parte sonica forse un poco banale, ma quanto meno coinvolgente. Il disco vira però immediatamente verso una miglioria sonica con “Il Mondo alla fine del mondo”, traccia ispirata all’omonimo (splendido) romanzo di Luis Sepulveda “dedicato agli angoli bui, alle terre e alle popolazioni martoriate dalla guerra, dai disastri ambientali, dalla fame, dalla povertà”. La tematica impegnata e sincera si dipana attraverso ritmi caraibico-sudamericani, che donano voce alle necessità di Emergency, Greenpeace ed Amnesty, con le quali la band collabora da tempo, in difesa dell’ambiente e dei diritti umani.

Non mancano poi estensioni di caratura blues come in “Pensieri di Provincia” ed ulteriori riferimenti letterari, come accade con “Campo di mine”, liberamente tratta dall’omonima novella di Italo Calvino, forse tra i brani più riusciti, assestata tra Banjo, violino ed arpa celtica. Un ritmo serrato, dedicato a quella realtà partigiana e antifascista le cui testimonianze resistono al clamore del tempo. Il brano ci riporta ad una favolistica atmosfera celtica, tra balli e allegria contagiosa come similmente si palesa nella conclusiva “Considerato che”, in cui la chitarra ritmica ci trasporta alle inevitabili danze di fine corso. Il viaggio della Dionisio folk band prosegue con il folk cantautoriale di “Via della cattiva strada”, e la verbosa “Non si ammazzano anche i pipistrelli così”, ironica narrazione naif, omaggio ai nuovi autori della canzone italiana.

Degna di attenzione è infine un piccolo gioiello francofono “Le grand couceur”, sapientemente mescolato alla lingua araba, sempre così altamente melodica e artistica come la sua calligrafia poetica e d’altri tempi. Una track capace di fondere la lingua ganese e liberiana con la tradizione bretone in piena consonanza musicale,

Insomma, un disco un disco curato, ma che forse si prende troppo sul serio, nonostante momenti di divertissement come “Badoglieide”, esempio di ciò che avrebbe potuto essere ma non è stato, ma forse sarà.

Track list

1. La ballata dei buoni propositi
2. Il mondo alla fine del mondo
3. Il mercante della sgannasseta
4. A’ taranta
5. Campo di mine
6. Via della cattiva strada
7. Pensieri di provincia
8. Non si ammazzano anche i pistrelli così
9. Le grand coureur
10. Il treno ha fischiato
11. La badoglieide
12. Considerato che

Live

3 mar 2010 19.00
Presentazione Disco “I testardi fiori della Speranza” @Kestè Napoli

5 mar 2010 23.00
Dioniso Folk Band @ Shakti Pomigliano D’arco, Napoli

12 mar 2010 21.00
Selezioni regionali Italia wave@ Ohibò Lab Battipaglia, Salerno

20 mar 2010 22.00
Dioniso Folk Band @ Associazione Amaci Torre annunziata, Napoli