Echo- Parte prima, recensione

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Mettete in una stanza insonorizzata Emilio Palumbo con la sua chitarra, Alessio NeroArgento e il suo 4 corde, Matteo Marangio e le pelli Karinzia Ricciardone tra Synth e tastiere, aggiungete Manuel Procacci con le sue corde vocali e quello che otterrete sarà un ECHO di sonorità nu-pop rock. Un groove assestato tra l’easy listening e il tentativo di sporcare con sviluppi alternativi una piccola gita organizzata attraverso cinque tracce figlie del Pop italiano, da cui emergono sentori Corni Petar, Moltheni e profumi negroamariani.

Dopo un lungo periodo della cosidetta gavetta, gli ECHO portano la loro Torino all’interno della quotidianità sentimentale, narrata all’interno di “Nel traffico EP”, voluto fortemente da Giacomo Bruzzo fondatore di RareNoiseRecords e di Eraldo Bernocchi, sempre attenti a sviluppi musicali come Sanremolab e Chicobum Festival, due felici realtà vissute con successo dal quintetto torinese.

È però doveroso, prima di andare avanti con le parole, dare avviso ai naviganti che con gli ECHO ci ritroviamo all’interno del terreno rock italiano, con i suoi pregi, apprezzati dagli amanti del genere e i suoi limiti regalati dai detrattori del genere.

All’ascolto del EP, io che sono tendenzialmente un ardito denigratore e detrattore accusante della banalità compositiva del pop rock italiano, mi devo dire parzialmente colpito dall’esordio discografico di Procacci e compagni. Infatti nonostante evidenti limiti musicali (intesi come sinonimo di confine e frontiera ), i ragazzi sembrano voler uscire dal compartimento stagno in cui spesso il rock italiano è segregato. Il Tentativo degli ECHO è quello di andare oltre, raccogliendo le forzature del nu-rock per toccare l’elettronica e l’alternative, senza però esserne fagocitato a sufficienza. Il groove rimane ancorato ad un ossatura pop, di facile influsso, rafforzato da qualche idea stilistica d’impatto, come accade nell’incipit di “Pillole”, in cui un’elettronica spinta e ridondante si mescola con i dolci e diluiti suoni portanti, sino ad incontrare l’acidità del rock semplice ed efficace. Il brano convince nonostante un assestamento troppo usuale, prole legittima dell’Italia del rock, tra accenni in levare e un’ottima base ritmica. Proprio l’arte di Matteo Marangio emerge doverosamente dai miei lemmi, dimostrandosi abile musicista in “8 e trenta”, moltheniana composizione metaforica, ben sviluppata all’interno dell’enclave sonora, che ci trasporta verso il finale della traccia.

Inoltre, purtroppo o fortunatamente “Nel traffico”, tra gli scoraggianti e lunghi inverni, affiorano anche note pacate, tipiche della più classica ballad, nutrita di briciole elettroniche, adatte ad un facile ed immediato ascolto, che prosegue all’interno della titletrack, nella quale, tra stop and go, porta gli ECHO su un assestamento armonico preciso, ma talvolta banalizzato per un extended play che risulta inadeguato a chi cerca qualcosa di nuovo, ma assolutamente piacevole per gli amanti del pop rock, grazie ad un suo sapore fortemente connotato attorno a nuove risonanze compositive di una Torino sempre viva ed attenta a mondo emergente.

Tracklist:

1. 8eTrenta
2 Un Altro Inverno
3. Nel Traffico
4. Pillole
5. Nei Silenzi