Edo Rossi “Rockfm, la radio, la vita”, recensione

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Premessa

Quando il 19 aprile 2008 scrissi l’editoriale Chiude rock fm…salviamo rock fm (http://www.music-on-tnt.com/editoriale/editoriale.php?id_editoriale=18&cognome_recensore=Gualdi) provavo preoccupazione vera, ma mai avrei pensato che la fine era davvero così definitiva. La mia sempre viva e soggettiva emozione per tutto quello che ha rappresentato la radio milanese, oggi torna a galla con un libro che ho divorato d’un fiato. Questa volta, però, non vi aspettate un analisi costruita ed oggettiva. Chi leggerà le prossime righe sappia che il cuore ha parlato e la testa è rimasta ad ascoltare.

Il libro
Quando calò il silenzio fu terribilmente angosciante. Diciotto anni di emozioni si chiusero all’urlo di Keep on rockin’ in a free world, ultime note rotte dall’emozione…un emozione piangente di chi sa che ormai tutto è finito. Proprio in quel momento capii che tutto era stato portato a compimento, tutto si era definitivo, ed il punto di non ritorno era ormai condizione irreversibile.

Quel Mondo difficile cantato da Tonino Carotone si materializzò davanti ai miei increduli occhi. Decisi che per quelle ultime ore di diretta era necessario armarmi di cuffiette ed isolarmi dal mondo, nascondendomi proprio nella mia Sampierdarena, vicino al (fu) Logo Loco. La voce di Giulio Capperdoni e il malcelato cripto-pianto dell’Ariele furono per me impossibili da gestire.

Piansi.

Piansi non solo per liberare l’inevitabile tristezza, ma anche per la consapevolezza di non potermi più svegliare tra Pane, Burro e rock and roll. Sino ad allora la mia vita era stata costantemente vissuta all’ombra di Max De Riu, Claudia ed Edo Rossi (genovese e ahimè genoano) autore di questo splendido Rock Fm, la Radio, la vita. L’opera, edita dalla Tsunami edizioni, offre una rivisitazione della nostalgica e sentimentale vita di Rock Fm, diretta ad ogni fan ( e ad ogni ascoltatore moderato) dell’unica vera rock radio italiana.

Proprio quel dolore elegiaco da il via a queste 168 pagine raccontate dall’autore attraverso aneddoti ed emozionali analisi degli ultimi anni di una walking dead radio, senza tralasciare spazi dedicati agli albori organizzativi dei piccoli ed accoglienti studi di via Locatelli 1.

Per anni mi sono chiesto perché qualcuno non ha voluto o potuto salvare la Mia radio.

Oggi, grazie a questo libro riesco a capacitarmi di ciò che fu, provando scalpore, rimorso e disgusto. Il troppo amore, che ha di certo deformato gli eventi narrati attraverso un filtro di interpretazione unilaterale, non mi ha impedito di assistere in maniera surreale al racconto di Rossi, bravo ad invitare i lettori a salire sul quell’ascensore, per assistere ad un dettagliato ed ironico resoconto che, seppur talvolta ridondante in alcuni passaggi, appare in grado di dar voce ad alcuni impagabili retroscena.

Il libro, strutturato in capitoli “Musicali”, definisce la linea narrativa partendo dai Revox, sino all’ultima 24 ore di diretta, attraverso ricordi e testimonianze, grazie alle quali scoprirete l’ardire di David Lee Roth, l’incontro hot tra Claudia e Gene Simmons, il Jack Daniel’s di Lemmy, le diatribe tra la futura iena Elena Di Cioccio ed Ariel,oltre ai curiosi risvolti nascosti di Eclettica.

Un flusso di ricordi che, senza soluzione di continuità ci trascina dentro a Monradio, tra i brogli burocratici di cuore pulsante; un cuore che ha smesso di battere il 3 maggio 2008 alle ore 18.30.

Di quel mondo rimane la Rock family, web site di raccordo che ancora oggi controlla i fili persi di quella cerchia, arrivando a zuccherare la realtà amara che ancora provoca un senso di vuoto.

Accendete la radio e non troverete nulla… solo il vuoto.