Estetica Noir “This dream in monochrome”, recensione album

Una goccia reiterata, oscura e inquieta. Note nereggianti, fedeli alla New wave dell’age d’or. Un approccio iconico, visivo e avvolgente.

Questo potrebbe essere in sintesi lo sguardo attentivo sul ritorno degli Estetica noir, band sabauda, dedita ad una nuova onda ben strutturata, in cui le sonorità, pur avvolte da linee e sviluppi aperti, ci conduce alle radici di un genere introspettivo e intimo.

Il quartetto, spinto dalla protezione qualitativa della Red Cat Records, ci offre un “sogno monocromatico” in cui la lunga fase rem gioca con partiture curate e profonde, tra le quali spicca (senza troppi dubbi) Room of masks, un vero e proprio anthem sui generis.

Sul medesimo orizzonte ritroviamo poi i movimenti Depeche di Sweeper, traccia piacevolmente armonica ed evocativa, che anticipa viaggi onirici (Autumn) e rimandi al mondo di Simon Gallup (Striate Body). Un buon formulario dal quale emergono N.U., diluita e passatista, oltreché lo splendore occludente di Nyctophilia, un sentiero inconsueto verso le emozioni.

Il disco, oltre a celare un buon lavoro di cover art ed un booklet in cui perdersi, propone un songwriting degno di attenzione, sul quale si appoggia un interessante e riuscito lavoro di arrangiamento.

Insomma un disco che non può e non deve perdersi nell’oceano dei social.

Tracklist

1 Room Of Masks
2 Sweeper
3 Striate Body
4 Autumn
5 N.U.
6 Dawn Of Pluto
7 Nyctophilia
8 X
9 The Fall
10 Clinbing Up The Loneliness