Final Solution “Through the looking glass”, recensione

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Ho un unico dubbio: il monicker scelto dalla band di Fabio Pedrali e Andrea Gorio, cofondatori dei Final Solution, fa riferimento all’ Endlösung der Judenfrage, oppure all’action movie degli anni ’80? In effetti questa è una domanda che avrei dovuto fare ai diretti interessati, ma ormai la tastiera ha iniziato a tradurre dal codice binario le lettere di questo articolo, e l’urgenza narrativa ha preso il sopravvento. La motivazione dettata dalla fretta risiede nell’impatto che il disco (nato dall’ormai solida sinergia tra Logic(il)logic, Andromeda distribuzioni discografiche e Atomic stuff) ha avuto in me.

Per gusto soggettivo (molto spesso lontano dalle semplici e facilitanti sonorità hard and heavy), trovandomi immerso nel distorcente specchio della cover art, ho avuto la sensazione necessaria di un salto all’indietro, proprio come quando ci si spinge verso il limite estremo per poi capire che anche sul proprio cammino si possono ritrovare sensazioni accoglienti.

Percezioni sopravvissute al melodic death metal e ai numerosi cambi di line up, hanno forse rallentato la progettualità di questo debutto, ma non ne hanno, di certo, intaccato la caratura. Infatti, ora che siamo pronti a specchiarci sul riuscito art work, avremo modo di (ri)trovare arrangiamenti diretti e curiosi rimandi trasversali.

A dare battesimo al disco è evocativo incipit di Awakening , convincente overture dal sapore eightees, atto a mostrarsi come una sorta di apertura sinfonica di un romanzo che guarda attraverso un specchio alterato. Proprio da quei riflessi si vanno subitaneamente a ricrearsi attesi risvegli implosivi, che convincono con riffing diretti, in grado di raccontare elementi classici con striature più tendenti all’onda thrash, qui calmierata da una linea narrativa composta e ragionata.

Tra le migliori tracce del disco ritroviamo Sick Of You fondata su di un drum set potente ed emozionale oltreché su di una narrazione composta che guarda agli anni’80, proprio come dimostrano le metodiche passatiste del guitar solo. La band si mostra mediate partiture piacevoli ed avvolgenti, che a tratti ci portano verso il mondo di Joey Belladonna, citato (implicitamente) nella veloce e rapida Demon Inside, in cui vivono aspetti legati a spigolosità e acutezza vocale.

Non mancano certo passaggi multidimensionali ( Empty Walls), atti a raccontare di una band tecnica e preparata ad affrontare territori hard and heavy, per i quali appare impossibile rimanere inermi, proprio come dimostrano i cambi direttivi e gli stop and go che ci portano verso gli echi power metal di The Show Is On. Da qui si riparte per finire in una sorta di aurea osservativa, in cui si muovono i docili tasti bianco neri, rapidi nello scomparire alla volta di metriche teutoniche, piacevolmente rabbiose nella loro comunicatività.

A chiudere il disco, infine, è l’animosità Anthrax di Grey, bilanciata da una vocalità ben ricamata alla struttura compositiva, in cui cambi direttivi e funzionali supportano un disco ricco di sfumature che farà la felicità degli Anhtrax lover.

Tracklist:

01. Awakening
02. Sick Of You
03. Demon Inside
04. Empty Walls
05. The Show Is On
06. (R)evolution
07. Dogs Of War
08. Grey