Grimoon “Le Deserteur”, recensione

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Attivi dal 2003 rappresentano con la loro anima musicale un vero e proprio progetto capace di dare concretezza visiva alle note controllate da Pall Jenkins. Sono italo-francesi e si chiamano Grimoon, energia musicale dedita ad una mescolanza di generi che trova fondamento nella progressiva psichedelia anni 70, confusa da un sapore nereggiante e sognante, proprio come dimostra l’incipit del loro quarto lavoro Le deserteur.

Proprio la traccia introduttiva offre il pretesto all’ascoltatore per calarsi nella dolcezza vintage che sembra voler tracciare un sentiero di note passate, rinvigorite da un esplosivo ma controllato sapore indie, in cui la chitarra di Alberto Stevanato si offre per i servigi vocali di ottimo impatto. Il continuum di note prosegue chiudendo le porte alla delicatezza, per catapultarci in un sorpreso rumorismo deflagrante, che si placa mutandosi in un allegra ritmica easy listening, tra chorus, synth e organi che giocano d’anticipo sulle atmosfere di Monument aux deserteurs. Le calde linee vocali si ritrovano nel fertile terreno rock di ieri, con cambi direzionali convincenti sin dal primo ascolto nella sua inusuale musicalità francofona, che si unisce allo splendido outro sigurossiano e all’ottimo lavoro di drumming.

Se poi la solare ma intimista Draw on my eyes, ci offre un perfetto songwriting atto a dipingere le diverse sfumature cromatiche di un inaspettato valore ipnotico, la mente è facilmente trascinata nell’allegria espositiva di Directions e nelle linee oscure di La montaigne noire. Quest’ultima sembra volersi rinchiudere attorno all’anima rurale tanto cara al Vedder solista, impreziosita però di progressive desertico ed inquieto. Un brano che destina con al sua dilatazione rock una tra le migliori tracce del full lenght, al pari della tenebrosa ballad Le demons du passè .

A chiudere il new platter è un inusuale tango guerresco, rivisitazione electric rock che forse non convince appieno, ma non inficia in maniera eccessiva su questo disco gentile, capace di far perdere l’ascoltatore tra le linee delle otto tracce stranite ed oniriche ed in perfetta armonia con l’arte visionaria di Camille Meslay.

TRACKLIST:

1. Les Couleurs De La Vie
2. Souvenirs
3. Monument Aux Déserteurs
4. Draw On My Eyes
5. La Montagne Noire
6. Directions
7. Les Démons Du Passé
8. Tango de Guerre