Il lungo addio “Cesenatico”, recensione

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Con curiosità ed attenzione, in questo periodo ho imparato a conoscere Il lungo addio, progetto definito attorno a canzoni senza fallo per una Romagna incerta. Una realtà autoprodotta che va a celarsi dietro un attento racconto di una nereggiante tangibilità mascherata. Un insieme di sensazioni semplici, prive di elucubrazioni eccessive, ma vitalizzate dall’idea underground che ruota pigra attorno al viso d’elefante, arrivando a metaforizzare le esigenze espressive di questo inusuale disegno musicale. Il lungo addio, dopo sparute composizioni iper-realistiche, arriva a confinare il proprio spirito all’interno di un curioso e davvero unico vinile inciso su di un unico lato, in cui la lucida facciata rispecchia la trasparenza espressiva ,che viene emanata dai cupi e desertici orpelli espressivi.

Il disco, racchiuso con diretta semplicità su di packaging vintage, utilizza le sensazioni del contrappasso, rinchiudendo il simbolismo della spensieratezza all’interno di un involucro musicale accorpato ad un’unica linea solitaria di basse note, che a tratti sembrano ricordare il Bugo più sardonico. Cesenatico appare infatti avvolto tra ironia e iperalternatività in un ciclotimico folle andamento, tanto nebuloso quanto lucido nel suo ragionamento estetico. Un viaggio in un mondo lontano dai banali clichè, ma vicino ad una curiosa mescolanza di intenti, atti a ridefinire il contorno della storica dicotomia realtà/finzione.

intervista a il lungo addio

1. In questa breve intervista partiamo come mio consueto da alcune chiarificazioni in merito al monicker:Il lungo addio. Da dove arriva la scelta di questo nome?

Il lungo addio è un film di Robert Altman, una “puntata” del fumetto Dylan Dog, un modo per salutarsi senza mai completamente lasciarsi. Puó essere interpretato in vari modi. Resta comunque Il Lungo Addio.

2. Canzoni senza fallo per una Romagna incerta. Un’avvertenza curiosa che può incuriosire o allontanare. Puoi spiegarci la filosofia concettuale che risiede dietro al progetto Il lungo addio?

Ho sempre amato la costa Romagnola, non tanto per quel clima festoso e vacanziero che aleggia tra quelle lande, ma per il suo lato più oscuro e misterioso risaltato maggiormente durante il periodo invernale, quando i turisti lasciano il posto a lungomari deserti, hotel abbandonati, colonie chiuse ed occupate da misteriosi individui, prostitute e travestiti, bar d’angolo aperti sino a tardi e infine il grande mare nero, con l’acqua che si ritira coprendo a riva granchi morti a pancia all’aria. La missione de Il Lungo Addio è quella di cantare di queste immagini come un ideale tempo zero in cui i personaggi delle mie canzoni deambulano senza fine alla ricerca di qualcosa che forse non troveranno mai.

3. Spesso il mondo della musica ha voluto celare dietro a metaforiche maschere o accorti corpse paint i visi dei propri artisti, basti pensare ai Kiss, Slipknot, Tre allegri Ragazzi morti, e Anonimo Italiano, senza dimenticare i The Resident e i Zoorasian Brass. A questa folta lista si unisce anche Il lungo addio. Perchè? Cosa rappresenta la testa d’elefante?

Girovagando per la mia città trovai questa maschera d’elefante in un negozio di noleggio costumi. Decisi di acquistarla senza un motivo preciso sino a quando pensai di utilizzarla per celare il mio vero volto per questo progetto.

4. Oggi la comunicazione visiva appare di primaria importanza; come un progetto musicale può vivere e sopravvivere senza? Esiste l’intento di estremizzazione atto a catturare la curiosità?

Il mio progetto ha pochissima comunicazione per via dei miei reali impegni che mi portano lontano dalla cosa. Non è un’estremizzazione cercata, ma casuale. Ho passato qualche cdR ad alcuni amici che hanno fatto girare ad altri amici, ecc.. Non posso permettermi un ufficio stampa ne stampare dischi ufficiali in centinaia di copie. Ad esempio, ho stampato un vinile in venti copie e l’ho spedito solo alla tua attenzione. Non potevo permettermi di utilizzare tutte le copie per la stampa.

5. Il sito web de Il lungo addio lascia solo la curiosità di sapere. Azione voluta o dietro l’angolo possiamo aspettarci un evoluzione?

Al momento volevo un sito semplice da non dover aggiornare ogni giorno. Discografia e live (che sono davvero pochi). Forse in un futuro si potrà evolvere. Vedremo.


6. Il microcosmo raccontato nelle tue composizioni raccontano vicende legate ad una vita vissuta sotto lo sguardo attento e nero. Come nascono le liriche?

Come ti dicevo ho passato parecchio tempo sulla costa Adriatica. La conosco molto bene. Le liriche nascono da un vissuto sul posto e dal mio sguardo disincantato di certa fauna vacanziera che, una volta passata al grigiore invernale, si lascia piombare addosso lo sconforto dell’inverno vagando triste tra questi resort turistici fittizi ormai in decadenza.
E’ certo uno sguardo pessimista. Ma d’altra parte di questi tempi…

7. Quali sono le influenze musicali che il progetto porta con sè?

Sicuramente i Death in June di cui adoro l’estetica e la coerenza del progetto. Ma anche Franco Califano, con le sue ballate tristi e perchè no, Ivan Graziani.

8. Quale è il target a cui si rivolge oggi il Lungo addio?

Non ne ho idea. Sicuramente chi ama le canzoni semplici senza troppi orpelli attorno.

9. Curiosa poi la decisione di incidere un caro vecchio vinile solo da un lato, felicità di collezionisti e curiosi. Perché avvalersi di un solo lato?

Mi piace l’idea del lato inciso e di quello vuoto, magari serigrafato. Non avevo i soldi per serigrafare l’immagine dell’elefante allora…

10. Quali sono le difficoltà e gli ostacoli da affrontare per far emergere un progetto come questo?

E’ un progetto concepito per rimanere sotto coperta. Al momento non vi sono difficoltà. Forse vi sarebbero se il progetto saltasse fuori con prepotenza.

11. A dicembre il primo full leght con la Tarzan records? Oppure sono caduto in errore? Anticipazioni?

Prima dovrei proprorlo all’etichetta…. Non penso ci saranno mai etichette pronte a stampare un disco de Il Lungo Addio. L’autoproduzione è la cosa migliore ed è quella che consiglio a tutti.

Grazie per questa intervista!
ILA