Illinois Love Carnage “Rocking Buffalo”, recensione

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Dove eravamo rimasti?

A guardarmi indietro potrei dire sull’orlo di un abisso profondo, da cui osservare le attese di questa promettente band russa, arrivata sulle nostre pagine poco meno di un anno addietro.

Oggi, finalmente Alexander Borovykh e Sasha Gvozdev arrivano alle stampe del loro debut. Trentatre minuti di fulminanti e coraggiose idee brutali, in grado di raccontare e, a tratti, sorprendere con il loro poderoso e ricchissimo mondo brutal.

Ma lasciamo al tempo le introduzioni…ecco a voi le fauci degli Illinois pronte a spalancarsi con l’indecifrabile Gojira’s objection, traccia curiosamente sezionata in tre parti, da cui nascono le mosse dell’antico dinosauro devastatore, pronto a deflagrare la quotidianità.

Giungendo poi a calcare l’aurea apocalittica, affidata alla Regurgitated Art, il battito metodico di Sasha fonde il proprio fade out con la potenza espressiva di Akira, cantico squeal dall’ottimo impatto sonoro, in cui le linee vocali si sdoppiano e sovrappongono inseguendo un continuo alternarsi di andamenti agogici, pronti a cedere allo slow, a ripartenze e al minimalismo. Proprio quest’ultimo sembra fungere da narrazione portante fino a convogliare straniti ed inusuali colori, che ricordano (più che altro per l’impostazione coraggiosa) Illud Divinum Insanus dei Morbid Angel, soprattutto nei passaggi vocali più smussati e percettibili.

L’originalità espressiva della band si avverte anche nel semplice osservare del booklet in cui, solo per alcune tracce, il combo dell’est lascia all’ascoltatore la libertà interpretativa, indicando solamente il tema portante, proprio come accade nella rapidità esecutiva di Chicago boogie pop, permeata dalla scomoda tematica del dominio massmediatico sulle menti, o come accade nella titletrack, avvinghiata alla brutalità della polizia. La traccia disturbante e violenta, gioca su improvvisi stop and go ridefiniti dal disorientamento narrativo ricco di sfumature.

Grezza ed arteriosa appare poi l’impostazione gutturale di …of What’s Truning?, in cui emerge un lato grottesco che destabilizza quanto Slam Syndacate, brutale e battente anthem di un disco che si ritrova grazie ai suoi movimenti ricchi di estremizzazioni.

L’intelligibilità del tracciato narrativo si avvolge con inevitabile naturalezza al battente blasting, ancorato agli accorti estremi della tirata sei corde, sempre in grado di raccontare movimenti e profondità che non dimenticano cambi direzionali essenziali e ben dimensionati.

A chiudere il disco sono, infine, Neko Neko, surreale e lungo intruglio disorientante, e Egida 7, di certo tra i migliori episodi di questa nuova fatica. Un brano che, alternando il growling al pig squeal, racconta visioni malsane, mescolate da giochi balance, striature classic e rimandi curiosi, in cui allietarsi per un sano roteare di lunghe capigliature.
Un disco che promette e mantiene, ma soprattutto cerca di andare oltre (nel bene e nel male) gli stilemi tipizzati.

1. Gojira’s Objections
2. Akira 04:52
3. Chicago Boogiepop
4. …of What’s Truning?
5. Slam Syndicate
6. Rocking Buffalo
7. Egida 7
8. Neko Neko