La bestia Carenne “Catacatassc”, recensione

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La bestia CARENNE respira dall’ottobre 2011 ed il suo è uno spettacolo che se affonda le radici nella canzone d’autore e nel folk italiano

Partiti dal loro battesimale Ponte, l’ensemble partenopeo continua la sua strada lastricata di musicalità inusuale e per certi versi apolide, giungendo a questo Catacatassc, debut album co-prodotto dal vivace movimento di crowdfunding. La band, garbata ed espressiva, si presenta con tredici canzoni immerse in un accorto songwriting, in grado di rimodellarsi su direttive teatrali, ponendosi al servizio di una particolareggiata autorialità.

Una mescolanza di sapori che si aprono al focus mediterraneo della titletrack, in cui le sensazioni disarticolate e scordanti si abbracciano alle aree in grado di rimandare a strutture Pino Daniele anni ’90. Impalcature sonore abili ad evolvere sui sapori della Trinacria, tra tradizione e nuovi sguardi pronti (anche grazie ai fiati) a portarci oltre l’Adriatico. Da lì si riparte con il suono folk jazz di Il sapone , brano cadenzato che, con i suoi silenzi, offre lo spazio per una narrazione descrittiva e visionaria. Un prospetto blandamente teatralizzato che si esprime sulla ridondanza del suo fulcro, qui impreziosito da trombe anni’50 e da una vocalità particolare, attenta a dividere la scena con le note che si ergono tra guitar solo e spatolate jazz. L’ardore emotivo che deriva dalla confluenza tra lo sguardo passatista e l’alternative folk, giunge ad una funzionalità melanconica attraverso back voice e descrittivi violini.

Il viaggio verso un magico passato prosegue con Billy il mezzo marinaio che, corresponsabile una straordinaria struttura emozionale, si offre come tra le migliori tracce del album. Un’allegria danzante in grado di incrociare le espressività Dalla-Degregoriane e la più accorta leggerezza cantautoriale. Un breve viatico tra stelle,mari e cielo irrequieto.

Anche se talvolta la linea vocale eccede sulla propria impostazione, chi ama lo stilismo Caposseliano amerà tracce come Le cose che desideri,in cui un prevedibile rimando a Domenico Modugno anticipa l’estratto di realtà ( #1) e l reminiscenze Pan del Diavolo ( L avacanza di un ferroviere). Non mancano poi melanconie struggenti ( Jeanne), né intuizioni jazz( Cadillac), anche se l’apice espressivo arriva con i rimandi Ivan Graziani, presenti in Uno studente e Vysotskij , e con le polveri d’oltreoceano di Transkei. La cavalcante traccia dall’aurea western, infatti, invita l’ascoltatore tra speroni e violini danzanti, cori di appoggio e lalallala divertiti e giocosi, in cui le parole sembrano cucite alla piacevole ridondanza sonora, mentre le toniche strappate riescono a fungere da bussola ad una mescolanza riuscita di intuizioni atte a rendere il disco meritevole di ascolto.

Tracklist

01. catacatassc’
02. il sapore
03. billy il mezzo marinaio
04. le cose che desideri
05. #1
06. la vacanza di un ferroviere
07. traskei
08. una macchina trasversale
09. #2
10. jeanne
11. toccare
12. uno studente e Vysotskij
13. cadillac