LorØ “Hidden Twin”, recensione

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Tutto ebbe inizio nell’Anno Domini 2015 quando, grazie ad un insolita sinergia di diversificate label, si vide emergere LorØ, omonimo debut che oggi trova la sua naturale prosecuzione in Hidden twin. L’album, in uscita per Brigante Records, Dio drone, Drown within Records, Cave Canem DIY e in the Bottle Records, ha sin dal primo ascolto il merito di avvinghiarsi (con i suoi artigli) all’ascoltatore avvezzo a suoni distorti e cavalcanti. Un insieme di sonorità estese, in grado di abbracciare il mondo che dallo Stoner giunge sino a Burzum, passando per sperimentalismi underground.

L’album, uscito nel marzo 2018, sembra voler offrire una verità più matura ed evoluta rispetto all’esordio, virando verso una maggiore immediatezza a tratti destabilizzante ( Hidden Twin) e mai scontata (Point and comma). Ma il cosmo della band ha inizio con Low Raw, una magnifica pioggia battente di notte nereggianti che si batte sull’ascoltatore, introducendolo nell’universo distorto e blandamente distopico di un riff reiterato, ideale bridge per l’heavy sound di Choke, in cui la quiete del nero viene definito dalla struttura sonora allineata con la vocalità sofferente e disperata che ci porta inevitabilmente tra le lande Black dell’estremo nord.

Il sound grezzo e polveroso continua poi sulla linea della claustrofobia inquieta, attraverso ricami vintage di Last gone, in cui l’animosità stonerizzata si sposa con le distorsioni vocali che a tratti ricordano gli Ovo e la Signorina ?Alos.

La band veneta però, nonostante la buona arte comunicativa, non dimentica sonorità noisy, poste in armonia con i pattern principali. Così accade anche in concomitanza con piacevoli derive elettroniche innestate tra le note di un percorso granulare e battente ( Deaf’s Hymn). Una miscela di sonorità in grado di porre l’attenzione su sperimentalismi, math ed elettronica, pronta a vivere tra ridondanze, filtri e spoken words.

A complementare la feroce setlist e infine la magnifica Inerxia, drive me as only you can do , nera e occludente traccia in grado di vivere tra espressività maligne e accelerazioni rumoriste, in cui ancora una volta le pelli mostrano la struttura ossea di un disco a suo modo impeccabile. Insomma, un’ottima opera seconda in cui la cura delle composizioni si lega alla perfezione con uno dei migliori packaging degli ultimi mesi; un formato verticale in cui uno pseudo booklet cartonato viene avvolto da due ali magnificamente dipinte da Riccardo Zulato, impeccabile nello strutturare la metafora visiva di un disco che consiglio vivamente nel suo formato vinile.

1.Low Raw
2.Choke
3.Last gone
4.Deaf’s hymn
5.Point & comma
6.Hidden Twin
7.Inerxia, drive me as only you can do