Lu-Po

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Dietro all’immagine meditativa e profondamente indie della cover art, si nasconde un poliedrico artista che per l’anagrafe porta il nome di Gianluca Porcu, ma per l’arte musicale è semplicemente LU-PO. Il musicista cagliaritano, dopo qualche anno da Ecletique walk, torna alle stampe con questo nuovo delizioso album intitolato Stendere la notte. Terza brillante opera che va a confermare la tecnica espressiva dell’autore, sempre più a suo agio nello sviluppare una sinergia artistica tra classicismo ed elettronica, trovando un fertile terreno all’interno delle atmosfere pensanti che emergono in maniera naturale dalle undici tracce di nero vestite.

L’eleganza con la quale si sposano i divergenti strumenti, offre all’ascolto un melanconico e al tempo stesso spensierato compendio sonoro di impatto, definito al meglio da un viatico interposto tra razionalità ed emotività. Infatti, esiste nel mondo di Gianluca un bilanciamento perfettibile che definisce un allineamento razionale tra gli scenari emozionali e quelli calcolati, in una continua e sentita ricerca della simmetria. Le note che si rincorrono nelle partiture sembrano voler raccontare immagini pittoriche attraverso suoni talvolta minimali, che prendono spunto da sentori balcanici e sviluppi d’oltralpe.

Tra le tracce di miglior impatto troviamo l’introduttiva Giostra, intenso itinerario favolistico che racchiude nel suo andamento un insieme di strumentazioni ben assestate. La curata rivisitazione della tradizione mediterranea è qui raccontata da un originale e gioviale insieme, aperto tra sensazioni non lontane dal Yann Tiersen di Le phare e il mondo balcanico della Wedding and Funeral Orchestra.

Spesso, nel proseguo della tracklist, le immagini oniriche, fuoriuscenti dalle note delicate e ponderate, sembrano volersi muovere leggere e stupite in un insolito contatto con il mondo esterno di Nostalgia della stelle. Da questa malinconia l’aria mediterranea anticipa le note di L’amore che non aspetta, in cui la struttura jazzata si incrocia in buona armonia con overlay diversificate che, nonostante qualche sbavatura viscerale, risulta fresca e andante.

Se poi il minimalismo di Gocce e il coraggio esecutivo di Carillon segnano un cambio di passo, con il Valtzer del bugiardino ci si ritrova in una giocosa dimensione che tra fantasmagoria e irrealtà sembra volerci invitare nella psiche di Tim Burton, in un parallelismo dimensionale. Il disco scorre via veloce tra la piacevolezza pacata di Il cortile dei giochi, piccole enclave sonore ( Burattino)) e sviluppi elettronici ( La vampa), che
quasi sorprendono per il loro sviluppo di chiusura, tanto stranente quanto isolato, atto a voler aprire un nuovo orizzonte… determinando però una perdita di coscienza e di equilibrio che tutto il disco tenta di rincorrere (per altro) con buoni risultati.

Tracklist
Stendere la notte
Giostra
Nostalgia delle stelle
L’amore che non aspetta
Da qualche parte
Gocce
Valzer del bugiardino
La fiaba
Il cortile dei giochi
Burattino
Carillon