Mario Biondi – If – Recensione

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L’Italia, all’estero, non può vantare di molti talenti, ma semplicemente di una manciata di personaggi che, in non pochi casi, risultano essere inadatti a esportare l’arte della canzone italiana nel mondo. Per arte, ormai, s’intende una qualsiasi canzone orecchiabile e, nonostante tutto, non è facile stabilire cosa sia esportabile all’estero. A volte è molto meglio prendere lo stile di altri continenti e andare per la propria strada con la consapevolezza di un pensiero fisso: sapere di valere qualcosa. Non pochi cantanti intraprendono la strada delle cover e non è una sorpresa che, a volte, un genere lontano dalla propria terra sia proprio quello più adatto per “sfondare”. Può trattarsi di un genere che non va più di moda, oppure di una nuova corrente, ma, anche se esistono varie possibilità, la scelta del passato risulta sempre essere la vincente.

Il jazz ultimamente è tornato di moda, come anche il soul; tutti amano sentirlo, tutti amano cercare di capirci qualcosa, perché è pur vero che è un tipo di musica estremamente colta. Non si sa bene il perché sia riscoppiata questa passione per tale genere, ma è un bene vedere come, alle nuove generazioni, venga data spesso la possibilità di avvicinarsi ad un genere che, solitamente, non riscontra molto successo. Se poi esiste un cantante che, ancora di più, permette alle masse di rendere piacevole quel suono riportando dalla tomba una timbrica che si credeva spenta, ecco che il genere non diventa più una moda, ma un’esplosione di felicità e un fenomeno senza precedenti, in particolar modo per il nostro paese: Mario Biondi ha fatto quest’effetto all’Italia.

Reduce da un serie infinita di successi e di concerti “sold out”, Biondi ritorna nello studio di registrazione per creare un album al quale, secondo una sua affermazione, non è stato facile lavorare: “If”. Si tratta di un progetto molto intimo che vede, ancora una volta, la collaborazione di Burt Bacharach che lo omaggia di una canzone per poi fare in modo che il disco segua una sua direttiva tra la poesia e la curiosità, intesa come la scoperta di alcuni lati non proprio scontati del cantante siciliano.

“If”, già dal titolo, è stato un lavoro pieno di “se”, nel senso che non si sapeva benissimo se sarebbe uscito o se sarebbe stato registrato così presto, ma, a causa dell’enorme richiesta dai fans, il progetto ha visto la luce prima di quanto Biondi sperasse, tanto che è diventato disco di platino quando ancora non era uscito. “If” vede mettere le mani non soltanto di Biondi e di Bacharach, il quale gli dona l’incantevole “Something That Was Beautiful“, ma anche, indirettamente, di Renato Zero che offre la sua casa di produzione (la Tattica) al cantante siciliano per potergli permettere di dare sfogo al suo essere indipendente che, come Mario ha confermato, è un’ottica che assume anche nel momento di scegliere altri nuovi talenti o nel fare musica.

Questo è possibile vederlo in tre canzoni: la title-track, “No Mo’Trouble” e il singolo “Be Lonely”.

Quest’ultimo si configura come il più interessante dell’album, poiché sembra unire vari stili che si accostano fino alla disco, o meglio le sonorità lasciano intendere che ci si voglia avvicinare al quel genere. Una scoperta niente male per un cantante che, nonostante quanto si possa pensare, sembrava essere indirizzato solamente verso un genere. Il tutto, infatti, continua verso “No Mo’Trouble” in cui percepiamo un Mario maggiormente impegnato nell’uso della sua voce cercando di creare degli effetti non male che mettono in risalto la sua bravura nel muoversi attraverso i vari generi della black music. Al momento di “If”, ci troviamo invece, verso un genere più acustico, ma che si immette subito nel soul per poi mostrare il vero lato forte del cd che è proprio la strumentazione: “Winter In America”, brano di un poeta degli anni 70, si configura infatti come la canzone migliore non solo per i suoi versi, ma anche per lo stupendo uso degli strumenti a fiato.

Mario stavolta ha dato il meglio di se mostrando di essere cambiato sia musicalmente che localmente: l’orgoglio dell’Italia, con lui, è al sicuro.