Mass Idolatry “Impure”, recensione

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Stay Grind and be Stoned

Torniamo tra le fauci dell’Inphantile collective, questa volta per presentare agli hmk una nuova e convincente realtà nostrana. Arrivano da Firenze marchiati dal gonfalone dell’est, e armati di una buona e credibile mescolanza di sonorità Death-grind, richiamo diretto alle metodiche artistiche che segnarono le prime corrotte armonie dei Napalm Death.

La band, nascosta dietro ad un ottimo lavoro di cover art, pur concedendo una grafica ed un monicker art legato a sensazioni black, sembra volersi assestare su di una visione nuova applicata agli antichi fasti metal, mostrando un occhio di riguardo alla golden age del extreme music. La band si mostra con liriche anguste e claustrofobiche, proprio come dimostrano le tranches introduttive di Dragged, composto profondo e granulare, e l’urlante occlusione emotiva di Locked in a cage, perfetto anthem, in cui la sinergia grind e quella death trovano l’habitat ideale per crescere.

Il tracciato nereggiante, imposto dalla band, ritrova una veloce devastazione sonora in tracce come Shadows, per poi virare sulle corde della bass line (Desire) e sulla violenza innaturale di Unleashed, esempio cardine di sonorità profonde ed oscure. Proprio le intenzioni narrative vanno qui a vestirsi di rosso rubino (Turning sun) senza dimenticare inattese modulazioni stoner (Pororoca), né cambi direzionali (Economy domine), in grado di traghettare il death verso profondità emotive gestite alla perfezione da un moderato growl dai sentori Greenway.

Se poi i simbolismi apocalittici di Signs of tragedy ci portano sui confini di una ragionata e distopica estinzione, con Empire si giungono a lambire tinte black, ermetiche e fuorvianti quanto Corrosion of personality, innestata tra riff taglienti e rabbia esecutiva. L’ossessiva ed inquieta realtà raccontata dalla band ritorna sulle note di Neck Choke e attraverso l’atto impuro di un mondo oscuro, in cui la dinamica del movimento va a cucirsi sui limiti di un riffing armonizzato e per certi versi accogliente.

A chiudere il disco sono i rullanti aggressivi ed iracondi di Anesthetized e la magnificenza visionaria di Insect brain, traccia terminale in cui il suono pare pronto a devastare l’angoscia esistenziale verso un nero dalle venature diversificate.

1. Dragged
2. Locked in a Cage
3. Economy Domine
4. Shadows
5. Stoned Edge of Society
6. Desire
7. Unleashed
8. Turning Sun
9. Pororoca
10. Signs of Tragedy
11. Empire
12. 900 Days
13. Corrosion of Personality
14. Neck Choke
15. Impure
16. Anesthetized
17. Bound to Isolation
18. Insect Brain