Melampus “Ode road”, recensione

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“Colui che ha un piede nero”… ecco il significato di Melampo, figura mitologica in grado di capire, guarire e mettere in atto facoltà profetiche. Proprio dal mito antico, come a voler guarire dall’usuale il proprio pubblico, i Melampus , duo eclettico originario di Bologna, arrivano a raccontare la propria storia attraverso la voce di Francesca Billy Pizzo, abile nel trasferire sulla linea vocale le arti che le appartengono. Ad accompagnare la pittrice è Angelo Gelo Casarrubia alle pelli, loop and effects, per un full lenght marchiato Locomotiv Records-Unomundo.

Il disco offre un mondo in scala di grigi, che ha il merito di costruire strade lastricate di elucubrazioni lirico-sonore, talvolta celanti gli accenti che ci si potrebbe attendere rischiando di uniformare un platter che sul lungo tragitto non convince appieno.

Di certo convincente appare però l’introduttiva Freedom day, da cui si erge un leggero dondolio alle pelli, unito in maniera decisa ad una docile sei corde e ad un curioso modus operandi; ricalco delizioso dal sapore vintage. Il brano, ipnotico, regolare e quasi sussurrato, sviluppa un curioso pathos narrativo, anticipatorio rispetto alla seguente Joel, valore interposto tra new age e rock seventies. Proprio da qui la voce di Francesca pulisce e al contempo necroticizza le aperture artistiche, in maniera attenta e funzionale, attraverso un andamento a tratti perso e depressive. Una voce che si incentra sulla narrazione, come accadeva con la prima Nico, a cui sarebbe piaciuta certo The path .
L’evidente capacità compositiva, forse non sempre impreziosita dagli arrangiamenti, si dipana all’interno di questo disco oscuro, ma al contempo deciso ad interpretare uno sguardo monocromatico su di un mondo rallentato da composizioni che rasentano il post.

Con Fall si cambia invece direzione, portando l’interesse espositivo verso uno scarno punk nereggiante, grezzo ed atavico, addolcito dalla convincente linea vocale, che lascia alle note l’orrorifica Introduction, per poi recuperare il fiume di suoni in Double room. Da qui si riparte per lievi sonorità, capaci di offrire un nuovo sguardo, forse più attento e approfondito verso una musica da ascoltare con attenzione, per riuscire a definirne le infinite gradazioni intercalate.

A completare l’opera si aggiungono spezie di altronica ( Dots) e ciclotimici climax sonici (Walk with me ), in cui giochi vocali e sonorità oniriche si concretizzano nella diluita chiusura, capace di trasferire all’ascoltatore la vera anima della band, non troppo distante dall’estremo nord oscuro e riflessivo.

Tracklist

1 – Freedom Day

2 – Joel

3 – The Path

4 – Fall

5 – Thirst

6 – Introduction

7 – Double Room

8 – Dots

9 – Walk With Me