Michael Jackson – This Is It. recensione

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E’ logico che, quando muore una stella della musica, le vendite dei suoi dischi raggiungono vette impensabili fino a qualche tempo prima. Osserviamo i grandi esempi: Elvis, John Lennon, Freddie Mercury, Frank Sinatra, Kurt Cobain, ecc; però, superata la follia iniziale, il fenomeno immancabilmente crolla, poiché un altro prende il suo posto. Ultimamente sono tornati nella hit-list i Pink Floyd (con “Dark Side Of The Moonn” o “The Wall”) e i Beatles (in occasione del videogioco “Beatles: Rockband”), che, purtroppo, non hanno preso il loro giusto spazio (nemmeno in base a delle ottime ristampe o a un abbassamento “eccessivo” dei prezzi) poiché persisteva un’ombra maggiore che, ultimamente, ha dominato le classifiche mondiali: il Man In The Mirorr, ovvero Michael Jackson.

Quando, a giugno, è stata data la notizia della sua morte il mondo intero ha saputo mostrare grandi manifestazioni di dolore come non se ne vedevano da tempi remoti. Il funerale, di qualche giorno dopo, sembrava quello di un capo di stato e fu quella maledetta cerimonia a peggiorare la situazione; da lì si è andati verso la follia che non era quella iniziale, ma la sua conseguenza peggiore: la pazzia sfrenata nel voler ricordare. Finchè si parla dei dischi nulla di sbagliato (anche se è strano che la gente scopra la bravura di un artista solo quando non sussiste più), comunque, ascoltare buona musica non è mai sbagliato. Ci si può accontentare anche delle magliette, dei gadget e dei poster fino ai documentari ufficiali, ma proprio questo merchandising sfrenato ha dato origine alla spettacolarizzazione della morte e della vita di una star che ha vissuto alti e molti bassi ( specialmente nell’ultima parte): “This Is It”, un film/documentario di Kenny Ortega (creato in base al materiale girato da Michael per il suo ultimo tour) e ora un cd celebrativo.

La speculazione di un buon prodotto può avvenire in due modi: attraverso la mitizzazione dell’artista o della figura che esso rappresenta. Nel primo caso si vuole prendere in considerazione la storia di un uomo che, ben prima della sua morte, veniva considerato come un pedofilo o un cantante finito e, dopo una serie di eventi, cercare quindi di metterlo in mostra riconsiderandolo per quello che era prima delle tante disgrazie capitate, come se nulla fosse mai successo o come se fosse stato sempre un grande uomo che è possibile vedere solo ora dal mondo dell’al di là. Nel secondo caso si parla del voler “infinocchiare” le persone che lo amavano e chi, invece, non era un suo seguace fedele sfruttando, commercialmente, la sagoma di un defunto per vendere del materiale che, tra non molto tempo, andrà nel dimenticatoio. Molte scartoffie da vendere e così tanti clienti: il paradiso di qualsiasi uomo che adori il denaro ed è proprio questo che si vuole sottolineare, anche se ci trova in accordo anche con la prima parte del discorso che è sia un conseguenza che una causa di quello che sta succedendo.

In tutto ciò è inutile fare i moralisti poiché tutti siamo curiosi di vedere gli ultimi attimi di Michael, però, inutile tenerlo nascosto, che tutto questo teatrino altri non sia che una farsa vergognosa per mascherare i veri motivi che non vogliono lasciare riposare in pace il soggetto. Il film/documentario “This Is It” è stato pubblicizzato circa un mese prima della sua uscita come se fosse l’evento dell’anno (come se quello che sia successo non lo sia già abbastanza), ma davvero stanno puntando così tanto su questo progetto? La Sony Music Entertainments ha saputo, con un abile manovra diplomatica, accaparrarsi i diritti dei video girati dal cantante a scopi puramente commerciali, così hanno pensato bene di metterli insieme per un film che rimarrà nelle sale solo per due settimane (almeno in Italia). Il regista è Kenny Ortega (noto per la famosissima trilogia di “High School Musical” e grande amico di Jackson) è, probabilmente, il meno colpevole in tutto ciò poiché era l’unico che poteva svolgere una mansione simile essendo stato, per la preparazione delle 50 date londinesi, molto vicino a Michael. Chi è da incolpare non è tanto la casa di produzione che piuttosto che mettere insieme un bel concerto tributo, come è stato fatto in passato (e non in unione al funerale; quello non conta), ha deciso di “ballare” sulla carcassa della loro miniera d’oro e di giocare con i sentimenti dei fans che vedranno l’evolversi della faccenda post-mortem (mettiamo in mezzo anche spttacli live usciti solo adesso o feste a etma per Halloween!), soltanto in un film, quello che poteva essere il più grande concerto della storia e, proprio perché è posto sul grande schermo, lo si potrà vedere come un sogno che non avverrà mai. Questo è giocare con l’amore delle persone per qualcuno, ma, ancora più imbarazzante è che la famiglia Jackson non faccia nulla per far smettere questa follia (non dimentichiamoci che delle persone si sono suicidate per Michael), ma non c’è da stupirsi: non sono mai stati presenti se non all’ultimo per accaparrarsi l’eredità o per essere i primi a dire chi avesse ucciso il loro fratello. Possono esserci molte motivazioni dietro, tra cui quella di risanare i grandissimi debiti di Michael e l’unico modo è proprio quello di giocare con la sua immagine il più possibile proprio perché, almeno finora, vende come non mai. Da alcune indiscrezioni, tra l’altro, pare che tra poco uscirà un reality proprio sulla famiglia Jackson: chissà quale sarà il tema più ricorrente.

Il cd “This Is It” non è niente di speciale: un’ovvia colonna sonora del film sulla quale è impresso l’adesivo “Souvenir Edition”. Si tratta di una mini raccolta in due dischi che contiene i master originali dei brai più famosi di Michael Jackson, esattamente nell’ordine del film. Si spazia dal passato fino al presente (non molto fortunato), ma che incontra un favoritismo maggiore rispetto a qualche tempo fa mettendo in ombra brani come “You Are Not Alone”, che non hanno fatto in tempo a entrare nella scaletta, e ripescando anche un brano dei Jackson 5: “Shake Your Body (Down to the Ground)”. Si inizia con “Wanna Be Startin’ Something”, eliminando subito “Human Nature” e “Smooth Criminal” e cose più “odierne” come “They Don’t Care About Us”, per andare sulla memorabile “Earth Song”. Infine, immancabilmente, il nuovo singolo “This Is It” (sia in versione originale che orchestrale), un brano delicato come tanti altri che s’imposta come una dedica ad un’ipotetica ragazza o, meglio ancora, ai suoi innumerevoli fans che lo amano a prescindere, ma lui, come uomo, tende sempre a ripetere che “Questo è tutto”, nel senso che non potrà dare altro; forse una predizione futura, questo non lo sapremo mai.

Nel secondo cd, invece, ci sono 4 brani: 3 demo inedite di vecchie canzoni di Michael e la lettura, integrale, della poesia “Planet Heart”. Questo cd può essere considerato dai fans come un ultimo regalo del loro eroe che mette, in questa raccolta, foto, ricordi e il suo ultimo respiro.

Il risultato di tutto? Una caccia ai soldi, che Michael aveva perso negli ultimi anni, per sanare i suoi debiti? Per trattenere qualcosa? Sono tutte ipotesi plausibili, perché qui non si fa altro che giocare con il cuore dei fans, ma questo passa sempre in secondo piano. Quel che è morto non torna in vita, nemmeno con un film o con gli ultimi respiri. Si sta strumentalizzando da mesi la morte di un uomo e nessuno dice nulla. Michael meriterebbe di riposare in pace. Sul serio. Con “This Is It” speriamo sia davvero tutto.