Michael Manring live @ EuroBassDay 2008 (Verona)

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In occasione della quinta edizione dell’Eurobassday, Verona offre agli amanti del basso, alcuni concerti di livello assoluto ed, ovviamente, la presenza di molti musicisti che hanno fatto e stanno facendo la storia dello strumento. Uno di questi è sicuramente Michael Manring, bassista che è andato assolutamente oltre il concetto di basso elettrico, oltre il concetto di jazz e rock, arrivando a codificare uno stile davvero unico.

Manring è stato allievo di Pastorius, e se questo non traspare molto dal suo stile, sicuramente si intuisce dalla sua ricerca armonica e sonora. Come Pastorius, che ha praticamente inventato il basso fretless, Manring ha pensato bene di mettere le mani sul suo strumento, modificandolo, ed inventando, assieme agli abili artigiani della Zon, l’Hyperbass, ovvero un basso elettrico fretless, con delle speciali chiavi (quelle che servono per accordare lo strumento, tanto per intenderci) con cui cambia al volo l’accordatura del suo basso. A questo si aggiunga che il suono è filtrato da una catena di effetti digitali (reverberi, echi, distorsori etc…) che mutano il suono, lo stravolgono e permettono di creare tappeti di gusto tastieristico. A dir poco strabiliante.

Manring è padrone di tutte le tecniche oggi utilizzate per suonare il basso, lo slap, il tapping, legati etc, le sue mani e le sue braccia, nel muovere le chiavi del suo Hyperbass, sembrano danzare, il suono che ne esce sembra prodotto da più entità, e porta ad un certo straniamento coloro che, vedendo Manring dal vivo per la prima volta, e memori solamente della musica ascoltata nei suoi dischi, pensavano di trovarsi davanti ad una band, o quantomeno a delle basi registrate…

Ma non è l’incredibile tecnica, non la padronanza dello strumento, non l’armonia che colpiscono l’ascoltatore, quanto piuttosto la varietà di atmosfere che riesce a creare. Si passa da pezzi di gusto ambient, privi quasi di struttura ritmica, ad altri in cui corde stoppate e tecniche slap, attraverso gli effetti creano un tappeto percussivo insistente ed ossessivo.

Non è certo musica immediatamente accessibile, ma anche il profano può, a mio parere, trovare spunti interessanti, se mentalmente aperto e di indole curiosa. E’ facile, infatti, perdersi all’interno dei paesaggi, da incubo o di favola, che Manring rappresenta attraberso il basso e gli effetti ad esso collegati.

Il concerto scorre veloce, un’ora passa in fretta, e Manring, offre anche la rivisitazione di due pezzi di Pastorius, Three Views of a Secret e Teen Town. Ed un omaggio a Jaco, per quanto ovvio in una manifestazione dedicata ai bassisti, era dovuto.

A volte, si vedono strumenti che sembrano prendere vita, ed a seconda dell’umore della musica che stanno suonando con il loro compagno in carne ed ossa, soffrono, ridono, scherzano perfino! Perchè questo succeda, deve esserci un grande affiatamento tra strumentista e strumento, ed una grande conoscenza “reciproca”. Ed ovviamente ci vuole anche un ascoltatore abbastanza psicotico da notare una cosa del genere…