Parco Lambro “Parcolambro”, recensione

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Oggi, il mondo di Music on tnt incontra per la prima volta Music Force. Inizialmente nata come Associazione culturale, MF è divenuta nel 2008 editore musicale. Una coraggiosa avventura pronta a svilupparsi non solo verso l’ambito di produzione e promozione, ma anche verso il territorio di distribuzione, vendita e didattica. Un inusuale crocicchio strutturale da cui escono (fortunatamente) i Parco Lambro, ensemble friulano dedito ad una mescolanza sonora in grado di rinverdire il mondo prog, ponendolo sotto le luci di armonie diversificate, pronte a richiamare generi anche piuttosto lontani tra di loro.

La band, editata in collaborazione con Toks Records, invita all’ascolto sin dall’ottima cover art in scala di grigi, in cui l’anima estetica ricreata da Emthau, appare abile nel definire i contorni di un visionario surrealismo, ideale nel rievocare i tratti somatici di arrangiamenti arditi e (ir)reali, tanto quanto la composizione artistica di un packaging che da solo vale molto di più di quanto si creda.

Il disco, raccontato dalle note di cinque tracce avvolgenti e ben ricamate, restituisce venature jazz occultate da stilismi imprò e destrutturazioni dilatate, perfette nel disegnare un percorso astratto, probabilmente da considerarsi (ad oggi) come la miglior produzione promossa dalla label teatina.

La band ci invita ad entrare tra le forme distorte di un parco grigio ed onirico attraverso le note di #5, in cui un pattern agè si mescola con sonorità piacevolmente divergenti. Un viatico in cui suoni scomodi e (pseudo) noise vanno a dare l’immagine cromatica di un’overture in cui stonerizzazioni e rimandi funk disegnano un percorso estraniante e visionario. I chiari richiami al finire dei ’70 ci trascinano poi alla micro-suite Nord, ricca di echi e riverberi emozionali, portati verso il mondo free grazie a Clarissa Durizzotto, abile nell’estrarre le note sulla profondità tonica di Giuseppe Calcagno e Alessandro Mansutti. La traccia spigolosa e cadenzata ci conduce poi sul pianeta di Not for you, a mio avviso, tra le tracce più interessanti del disco. Infatti, l’impronta funk del basso , allineandosi ai virtuosismi moderati del drum set, giunge ad abbracciare spezie doorsiane, qui applicate a groove distorto e inspessito, riuscendo così a coniugare tempi e stili differenti, mostrando una piacevole arte narrativa definita da improvvisi cambi direttivi.

Il percorso prosegue attraverso le sfumature di Notturno, atto apparentemente gentile, che dipinge il mondo dei Parco Lambro con una nereggiante inquietudine, alimentata dal ponte espressivo definito da Ibis che, tra distorsioni surreali, rumorismo iriondiano e ardita coerenza, mostra la via ideale da perseguire, nonostante le aperture della seconda parte.

Ed è così che tra micro brute, moog e farfisia il quintetto si fa strada tra le salite di un fiume in piena: quello della discografia.

Tracklist:
1. #5
2. Nord
3. Not for you
4. Notturno
5. Ibis