Petralana “Fernet”, recensione

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Forse non tutti sanno che Red Cat è anche Suburban Sky Records, e forse… non tutti sanno che Red Cat non è solo rock, hard & heavy, ma è anche qualcosa di divers,o proprio come dimostra questa poetica e cantautorale produzione dei Petralana, band gigliata dedita ad un’arte narrativa viva e penetrante. Una pacatezza incisiva, in cui la vecchia scuola genovese si mescola a sentori combat folk attraverso reminiscenze MCR, qui pronti a mutare verso intenti Gang e modalità gucciniane.

Ma partiamo dal principio.

I Petralana sono Tommaso Massimo, Marco Gallenga, Guido Melis e Richard Cocciarelli, quattro abili musicisti pronti a salire quella collina cantata da De Gregori per raccontare la storia di un uomo in fuga dalla propria realtà, dall’amore perduto e dalla guerra. Un racconto delicato, visivo e piacevolmente lontano dalla nostra quotidianità; un mondo rurale, che si avvicina alle descrizioni letterarie di una campagna in guerra, dove contadini e soldati raccontano il proprio esistere tra il sopravvivere e il fuggire.

Fernet – trailer from MACMA on Vimeo.

Il disco realizzato in maniera analogica e minimale, sembra volerci invitare tra le righe di sentimenti veri, veraci, quasi scomparsi, attraverso sensazioni dilatate e drammaturgicamente ben delineate (Mira e Soldati), in cui giocano fiati e ritmiche destabilizzanti ed una timbrica non troppo lontana dal quel Luca Barbarossa degli anni’80 (che sia chiaro…è un complimento eh!) al servizio di strutture musicali che risveglieranno in voi la voglia di spegnere il vuoto e lasciarsi trascinare da un concept espressivo e per certi versi filmico.
L’album appare costruito con accortezza, proprio come dimostra il packaging in digipack ed un booklet pittorico, in cui perdersi in maniera attentiva, nel tentativo di seguire le impronte di Pietro, un contadino che, una volta conosciuta da vicino l’aberrante realtà della guerra, decide di disertare per fuggire accompagnato da tabacco e carta di giornale.

Dunque non abbiate timore, lasciatevi cullare da piccole perle musicali (Acqua tra le mani, Vendemmia), ed entrate in questo disco in punta di piedi, proprio come fareste iniziando la lettura di un grande classico…