Radici nel cemento “Fiesta”, recensione

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Le “Radici nel cemento” sono una metafora della tradizione e della memoria storica in una società, come la nostra, che dimentica troppo in fretta il suo passato: allo stesso modo di quei grossi alberi ai lati delle strade, che sembrano soffocati dall’asfalto, ma riescono a sviluppare le radici da cui traggono nutrimento, fino al punto di incrinare, crepare e spaccare il cemento, così il mondo occidentale deve esercitare la capacità di ricordare ed imparare dal passato, suo e di culture “altre”, se vuole risolvere i problemi e le contraddizioni generati dal suo rapido sviluppo.
Questo, però, non per rimanere legati al vecchio, ma piuttosto per capire in che modo affrontare il futuro: infatti, più in profondità scavano le radici, più in alto arriveranno i rami dell’albero.

Questo è quello che si può leggere tra le pagine ipertestuali del website delle Radici. Un quadro in perfetta linea con quello che rappresenta questa band romana, attraverso il suo storico roots raggae attivo da ben più cinque lustri.

L’ensemble, inizialmente prodotto dalla memorabile Gridalo Forte Records, oggi si trova sotto la sapiente sinergia Googfellas, Rnc produzioni, Lunatik ed il booking & Managment della Wayouteventi.
Proprio grazie a questo acrostico, si è giunti al (FINALMENTE!) al primo live della ventennale carriera delle Radici. Il disco, registrato attorno al tour 2010, offre un lungo viaggio nel tempo, attraverso 17 tracce tra le quali anche la cover Fiesta dei Poogues e un ineditoL’acqua.

Il disco si apre con il romanesco idioma di Er traffico de Roma, ironica visione dell’inferno dei trasporti a tempo di Raggae, capace di trasportarci all’interno di quella festa giallorossoverde, tra fiati e andatura cadenzata, come dimostra la storica Alla rovescia, titletrack targata 2001. Il disco corre veloce, si diverte e fa divertire prima con il ritmo in levare di Bella ciccia , cantata a squarciagola dal pubblico sotto al palco, e poi con lo Ska di Skarabiniere, che trapela tzighidà ed intenti Ska p da Legalizacion .

Difficile definire i brani migliori della compilation live perché tracce come Assai come ce piace, con il suo sapore da telefilm anni 80, e le corde strappate di Sognando Jamaica, risultano modelli antidepressivi di una musica allegra e coinvolgente da sempre.
Soggettivamente parlando però, tra le mie favorite mi piacerebbe dare risalto allo strano incontro tra rock steady e stornello romanesco di So’ rugantino e i brividelli che mi ha provocato la stonata Bella ciao, introdotta da un pubblico partecipe e vivo.

A chiudere il disco altamente emozionale è poi la splendida Fiesta, che come in una sorta di solennità patronale, parte raccogliendo la genuina dose di danzante festosità, tra semplicità e coinvolgente groove. Insomma un disco essenziale per chi non conosce le Radici ed altrettanto nodale per chi da fan voglia rivivere la storia della band, ritrovandosi immersi in uno dei live più coinvolgenti della scena Ska Raggae Rockstedy…dunque pochi dubbi…ascoltando Fiesta Live vi ritroverete certo come in un disegno di Walt Jabsco,

TRACKLIST:

1. Er Traffico de Roma
2. Alla Rovescia
3. Quelli Dentro
4. La Vita E’ Na Guera
5. Cicileu
6. L’Acqua
7. Bella Ciccia
8. Ansai Come Ce Piace
9. La Cucina Casareccia
10. Echelon
11. So’ Rugantino
12. Sognando Jamaica
13. Me Ne Vojo Annà
14. Skarabiniere
15. E Io Ero Sandokan
16. Bella Ciao
17. Fiesta!